Sardegna: i misteri della centrale di Fiume Santo
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Sardegna: i misteri della centrale di Fiume Santo

In passato i vertici della centrale erano stati al centro di grandi polemiche per continui sversamenti di olio combustibile in mare [Tino Tellini]

Sardegna: i misteri della centrale di Fiume Santo
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15 Aprile 2015 - 18.06


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di Tino Tellini

Stamattina dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Sassari sono stati arrestati i vertici della multinazionale tedesca E.On che gestivano la centrale termoelettrica di Fiume Santo in Sardegna, presso Porto Torres e Sassari, ad un tiro di schioppo dal Parco Nazionale dell’Asinara. Gli arrestati sono Marco Bertolino e Livio Russo, rispettivamente direttore e vice direttore della centrale. Sono stati sospesi dai propri incarichi per due mesi Paolo Venerucci, responsabile delle risorse umane E.On e Alessandro Muscas, amministratore della Litos, società che si occupa di analisi ambientali. Le accuse sono pesantissime: inquinamento del suolo, sottosuolo e acque del Golfo dell’Asinara, uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia. Già in passato i vertici della centrale erano stati al centro di grandi polemiche per continui sversamenti di olio combustibile in mare ed inquinamenti ambientali vari. Le risposte e le giustificazioni dei vertici aziendali sono state sempre giudicate dall’opinione pubblica vaghe e poco circostanziate, come quelle date dopo il 10 Gennaio 2011, quando tonnellate d’olio combustibile fuoriuscirono dalle tubazioni della centrale e inondarono ed inquinarono tutto il mare del Nord Sardegna, arrivando a macchiare di nero addirittura l’Arcipelago di La Maddalena. Tali sversamenti costrinsero addirittura il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau ad interdire la balneazione in chilometri e chilometri di costa. Da allora si sono verificati altri incidenti e questo ha fatto allargare le orecchie alla Guardia di Finanza di Sassari, che ha iniziato a fare indagini ed intercettazioni ambientali. Le conclusioni a cui sono pervenuti gli inquirenti sono gravissime e parlano sull’inquinamento di gravi inadempienze, omissioni e pesantissime responsabilità dei vertici aziendali E.On, gruppo che solo fino a qualche mese fa gestiva la centrale, ora di proprietà di una società della Repubblica Ceka. C’è anche da sottolineare che i gruppi 1 e 2 delle centrali di Fiumi Santo erano “in deroga” da molti anni, cioè avevano le autorizzazioni ad emettere in atmosfera inquinanti superiori alla norma.

Pochissimi e quasi tutti disattesi sono stati gli investimenti da parte di E.On sull’ambiente e sinceramente appare strano che nessuno delle commissioni di controllo delle amministrazioni che si sono succedute a Porto Torres abbia rilevato o denunciato gravi irregolarità. Ma ci sono altri misteri sulla centrale di Fiume Santo, come un sistema di appalti a dir poco anomalo e il mancato rispetto di ogni protocollo di investimenti da parte di E.On con Istituzioni e parti sociali. Tutte problematiche che vedevano in primo piano il responsabile delle risorse umane E.On e vero ” factotum” del gruppo Paolo Venerucci (oggi sospeso dall’incarico), che ricopriva questo ruolo anche con la multinazionale spagnola Endesa, proprietaria della centrale prima di E.On stessa. Le indagini ed i provvedimenti non dovrebbero finire qui: gli investigatori da tempo starebbero lavorando anche fra gli intrecci appalti, ambiente e politica che da sempre sono chiacchieratissimi dall’opinione pubblica locale ed hanno coperto la centrale termoelettrica di un misterioso e torbido alone di mistero. Ora la pentola a pressione pare sia scoppiata ed in molti stanno tremando.

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