Mafia Capitale, Buzzi allontana Carminati: “Ho sempre vinto appalti”
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Mafia Capitale, Buzzi allontana Carminati: “Ho sempre vinto appalti”

Al Riesame il presunto braccio imprenditoriale dell’organizzazione criminale: “È questione di destra o di sinistra”.

Mafia Capitale, Buzzi allontana Carminati: “Ho sempre vinto appalti”
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17 Dicembre 2014 - 17.07


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di Ste.Mar.

Le sue parole erano attese e Salvatore Buzzi oggi non ha tradito le attese. Soprattutto quando ha, in sostanza, preso le distanze dal presunto boss di Mafia Capitale, Massimo Carminati e ha specificato che “io ho vinto appalti già quando in Campidoglio il sindaco era Francesco Rutelli”. Così il ‘re’ delle cooperative di Roma si è espresso davanti al tribunale del Riesame, che da questa mattina è impegnato a valutare i ricorsi presentati dai difensori di Buzzi, presidente della Cooperativa ‘29 giugno’, arrestato per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’inchiesta Mondo di Mezzo della Procura della Repubblica di Roma. Operazione che ha portato all’arresto di circa 40 persone e all’iscrizione sul registro degli indagati di circa un centinaio.

Buzzi ha preso la parola davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini e ha voluto precisare di aver “incontrato per la prima volta Massimo Carminati nel 2012” e di “non aver commesso con lui alcun illecito”. Come detto, una sorta di allontanamento da colui che sino a oggi è sospettato di essere il ‘padrino’ della mafia capitolina. Un allontanamento anche ideologico dall’ex estremista di destra (Nar) e alleato della Banda della Magliana. “Qui non è questione di Mondo di Mezzo – ha detto Buzzi – ma di destra e di sinistra”.

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Come riportato da un’agenzia Agi, in una memoria il difensore di Buzzi, Alessandro Diddi, che tutela gli interessi di altri rappresentanti della ‘29 giugno’, precisa che il suo assistito “è un imprenditore che nel tempo ha saputo creare una struttura di cooperative di lavoro attraverso le quali non solo ha dato lavoro e speranza a tanti detenuti, ex detenuti e a persone disagiate, ma ha anche creato tantissime occasioni di lavoro che non possono essere certamente considerate espressione di metodo mafioso o di attività illecita”.

All’esame del tribunale anche le posizioni di Matteo Calvio, Agostino Gaglianone, Giovanni De Carlo, Riccardo Mancini, Giuseppe Mogliani, Carlo Pucci, Mario Schina, Alessandra Garrone, Emanuela Bugitti, Carlo Maria Guarany, Paolo Di Ninno, Claudio Caldarelli, Raniero Lucci, Patrizia Caracuzzi, Sergio Menichelli e Giovanni Fiscon.

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