Le secchiate? In testa alla Casta che ha tagliato i fondi per la Sla
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Le secchiate? In testa alla Casta che ha tagliato i fondi per la Sla

È ormai una moda più che un gesto fatto per benificenza. Quanti di quelli che partecipano alla ice bucket challange poi donano davvero? [Xavier Jacobelli]

Le secchiate? In testa alla Casta che ha tagliato i fondi per la Sla
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25 Agosto 2014 - 13.04


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di Xavier Jacobelli

Ormai non passa un momento senza che qualcuno si tiri una secchiate d’acqua gelata in testa, con video incorporato da sparare in Rete in tempo reale, così l’effetto virale è assicurato. Va benissimo: l’importante è tenere viva l’attenzione sulla lotta alla Sla, sui problemi dei malati di Sla e delle loro famiglie. Soltanto chi non conosce la potenza del web, in questi giorni fa lo schizzinoso o disserta se si noti di più esserci o non esserci.

Matteo Renzi appartiene alla prima scuola di pensiero, al contrario di Barack Obama che ha preferito staccare un cospicuo assegno per sostenere la ricerca contro la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, ma non si è rovesciato l’acqua in testa. Il presidente del Consiglio ha nominato anche Roberto Baggio, grande amico di Stefano Borgonovo, la cui fondazione ([url”www.fondazionestefanoborgonovo.it”]http://www.fondazionestefanoborgonovo.it/[/url]), animata da Chantal, la moglie del campione scomparso il 27 giugno 2013, è in prima fila in questa campagna di solidarietà e di civiltà.

L’ice bucket challenge (letteralmente la sfida del secchio d’acqua ghiacciata), è nata alcuni anni fa negli Stati Uniti. A promuoverla è stato Pete Frates, ex giocatore di baseball colpito dalla malattia: in America, l’iniziativa ha consentito di raccogliere donazioni per quasi 40 milioni di euro. In Italia, nonostante il bombardamento mediatico, sinora lo show ha partorito la miseria di 33 mila euro.

Ha annotato Massimo Mauro, ex calciatore, opinionista di Sky e presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla): “L’80 per cento delle donazioni è arrivatovi a Pay Pal da persone comuni, con versamenti di 5, 10 e 50 euro. Qualche cantante si è spinto fino a 500, massimo 700 euro, ma non voglio fare nomi”. Nel 2010, il governo Berlusconi cancellò 2,5 miliardi di euro: a tanto ammontava il fondo per la non autosufficienza e le politiche sociali. E in questo fondo c’erano anche i soldi per i malati di Sla e per le loro famiglie. Giancarlo Petrangeli, architetto, 79 ani, ex docente universitario, ha raccontato al Fatto Quotidiano: “Mio figlio Stefano, 50 anni, ex karateka di livello mondiale, ha la Sla. Ci occupiamo di lui in sette. Io, mia moglie, il fratello, un’infermiera, un’ausiliaria e due persone che coprono le notti. Siamo abbandonati da tutti. Abbiamo chiesto un materasso antipiaghe, ci hanno risposto dopo sette mesi. Ci hanno detto di no perché costa troppo”.

In Italia, i malati di Sla sono 5 mila. Bene che vada loro, ricevono 1.300 euro al mese. E, da questo Stato assente, di docce scozzesi ne hanno già prese sin troppe. È alla Casta che bisognerebbe tirare l’acqua gelida in testa. Ogni giorno.

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