Dal caffè al sugo, la mafia arriva sulla tavola
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Dal caffè al sugo, la mafia arriva sulla tavola

È la denuncia di Coldiretti che elenca gli esempi più eclatanti di prodotti agroalimentari dove si evoca La Piovra abbinandola al prodotto simil-italiano.

Dal caffè al sugo, la mafia arriva sulla tavola
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19 Marzo 2014 - 21.58


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Sulla spinta commerciale delle suggestioni di carismatici capoclan diventati famosi anche grazie al cinema, da Al Capone, a Lucky Luciano e Don Vito Corleone, la mafia arriva sulle tavole di tutto il mondo.

Vediamo sugli scaffali di tutto il mondo prodotti come il caffè “Mafiozzo”, i sigari “Al Capone”, la pasta “Mafia”, gli snack “Chilli Mafia”, l’amaro “Il Padrino” , il limoncello “Don Corleone”, il sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” e le spezie “Palermo Mafia shooting”. Lo denuncia Coldiretti, elencando gli esempi più eclatanti di prodotti agroalimentari dove si evocano “La Piovra” o “i Soprano” abbinandoli al prodotto simil-italiano.

L’occasione è la presentazione della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promossa dalla stessa organizzazione agricola con il procuratore Giancarlo Caselli alla guida del Comitato Scientifico. Presidente della neonata Fondazione è lo stesso numero uno di Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha chiesto “l’intervento delle Istituzioni nazionali e comunitarie per porre fine ad un oltraggio insopportabile, un vero schiaffo per l’Italia sui mercati globali”.

Coldiretti ha fatto anche notare che in tutto il mondo spopolano i ristoranti e le pizzerie “Cosa Nostra” e “Mafia”, mentre su internet è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, oppure comprare caramelle sul portale [url”www.candymafia.com”]http://www.candymafia.com/[/url] e persino ricevere i consigli di mamamafiosa ([url”www.mamamafiosa.com”]http://www.mamamafiosa.com/[/url]) con tanto di sottofondo musicale a tema.

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All’iniziativa sono intervenuti il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e quello delle Politiche Agricole Maurizio Martina. Presidente della Fondazione è lo stesso presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che ha chiesto «l’intervento delle Istituzioni nazionali e comunitarie per porre fine ad un oltraggio insopportabile» alla vigilia dell’incontro del Santo Padre con le vittime delle mafie il 21 marzo, nella «Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie» promossa dalla Fondazione «Libera».

Siamo di fronte ad uno schiaffo all’immagine dell’Italia sui mercati globali che – sottolinea la Coldiretti – parte dall’antipasto a base di anacardi in vasetto di vetro commercializzati nel Regno Unito. La confezione di «Chilli Mafia» contiene noccioline aromatizzate al peperoncino e la scritta in etichetta avverte che occorre stare attenti e utilizzare «with caution» il prodotto che risulta essere estremamente piccante. Vengono dalla capitale europea di Bruxelles, in Belgio, le salse che servono per insaporire le patatine con la «Sauce Maffia» della Good `n Food di Malines contenente una salsa a base di olio di colza, rosso d’uovo, aceto, senape, polvere di cipolla, zucchero e spezie varie mentre la «Sauce Maffioso», realizzata a Diest, nelle Fiandre, e commercializzata con il marchio The Smiling Cook, è invece a base di spinaci, cipolla, aglio, formaggio emmenthal, pepe rosso e aromi vari. Ma ci sono in vendita anche – continua la Coldiretti – la pasta Mafia a Taiwan, le spezie «Palermo Mafia shooting» in Germania o la salsa piccante «Wicked Cosa Nostra» in California.

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L’oltraggio all’Italia – afferma la Coldiretti – non si ferma al pasto, con il commercio dalla Psc Start S.A. di Blagoevgrad (Bulgaria) del «Caffè Mafiozzo» confezionato in grani in cui l’unica scritta nella nostra lingua che campeggia sulla busta in plastica è: «Lo stile italiano» che purtroppo fa esplicito riferimento alla criminalità organizzata come si evidenzia nelle immagini. E c’è anche il sigarillo dedicato al sanguinario «Al Capone», confezionato negli Stati Uniti per il mercato olandese, con tanto di scritta, quanto mai adatta, «Roken is dodelijk» (il fumo uccide).

Ma c’è anche chi – continua la Coldiretti – sfruttando la fama della saga cinematografica «Il Padrino», nel paese siciliano che ha tristemente legato il suo nome alla mafia, ha messo in vendita il liquore d’erbe «Don Corleone» a base di miscela d’erbe ed estratti naturali «product in Sicily» o l’amaro «Il Padrino» anch’esso nato da una antica ricetta corleonese per acchiappare qualche turista inconsapevole del dolore provocato dalla criminalità in questi territori.

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Il marchio «Mafia» viene peraltro usato «a raffica» nella ristorazione internazionale per fare affari come nel caso – riferisce la Coldiretti – della catena di ristoranti «La Mafia» diffusa in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari (da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino ad Al Capone), mentre praticamente ovunque, dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie «Cosa Nostra» e l’insegna La Camorra Pasta Pizza & Grill si può trovare a La Paz in Perù.

«La nostra ricerca ha consentito di scoprire nel mondo un vero mercato dell’orrore che fa affari su una delle piaghe più dolorose della nostra società», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «anche su questi casi farà luce la neonata Fondazione «Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare» con la presidenza del Comitato Scientifico del procuratore Giancarlo Caselli». L’obiettivo – conclude Moncalvo – è quello di fermare comportamenti commerciali inaccettabili che danneggiano l’immagine dell’Italia all’estero, ma soprattutto colpiscono profondamente i tanti italiani che sono stati o sono purtroppo vittima della criminalità organizzata”.

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