Possiamo fidarci di poliziotti che difendono gli assassini?
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Possiamo fidarci di poliziotti che difendono gli assassini?

Se uno dei più grandi sindacati di polizia dice che sul caso Adrovandi le vere vittime sono gli agenti, cosa ci aspetta? Perché la politica tace di fronte a questa deriva?.

Possiamo fidarci di poliziotti che difendono gli assassini?
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16 Febbraio 2014 - 11.49


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di Miriam Vicinanza

Prima era il Coisp, che è pur sempre un sindacato di dimensioni ridotte. Ma ora è entrato in campo il Sap, uno dei maggiori sindacati di polizia, che attraverso il presidente nazionale ha affermato parlando del caso Aldrovandi: “Rappresenta un caso emblematico nel quale le vere vittime sono i nostri colleghi”.

C’è un ragazzo morto, c’è una sentenza della magistratura emessa dopo un regolare processo che si è svolto secondo tutte le garanzie. E ci sono settori della polizia (ossia un organismo delicatissimo in un stato democratico chiamato a garantire sicurezza e legalità) che in pieno spregio delle istituzioni di questo Paese definiscono vittime i carnefici e “pelosa macchina del fango” la mobilitazione di chi chiede verità e giustizia quando si verificano gli abusi.

Possono poliziotti, seppure nelle vesti di rappresentanti sindacali, dire cose del genere? Si può, in nome del più vieto atteggiamento da corpi separati, scagliarsi contro le sentenze della magistratura? Contro le stesse sentenza moltissime volte emesse proprio a seguito di indagini della polizia stessa? Noi cittadini siamo garantiti da poliziotti che definiscono “vittime” gli assassini dell’innocente Federico Aldrovandi?

In questi giorni si parla di Renzi, del nuovo governo, della modernizzazione del Paese, delle larghe e delle corte intese. Ma in mezzo a tantissimi elogi meritati (qui nessuno mette in discussione il ruolo delle forze di polizia in uno stato democratico e la grande maggioranza degli operatori che con pochi mezzi contrasta perfino a volte eroicamente le mafie, il malaffare e la criminalità) forse è giunto il momento di guardare senza ipocrisie dentro i nostri apparati e fare chiarezza.

Il ministro dell’Interno non ha nulla da dire nei confronti di poliziotti che mostrano disprezzo nei confronti delle sentenze della magistratura? I partiti politici rappresentati in parlamento e quelli non rappresentati devono tacere ancora? E se un nostro familiare venisse pestato senza una ragione o facesse la fine di Aldrovandi cosa diremmo?

Resta un fatto: le affermazioni del Sap sono gravissime e dovrebbero allarmare i veri democratici, che perdono tempo a discutere di golpe inesistenti mentre nei nostri apparati si solidarizza con chi ha provocato la morte di un ragazzo. Ci pensi la politica, ci pensi la società civile. Ci pensino per primi i vertici della polizia e tutti i poliziotti democratici che rispettano le regole e le istituzioni. A mio modestissimo giudizio il segno è stato superato da un pezzo, se tacciamo ancora diventiamo complici.

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