I Cucchi davanti al Tribunale: grazie!
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I Cucchi davanti al Tribunale: grazie!

La famiglia di Stefano Cucchi, insieme ad alcuni attivisti romani, oggi si è recata a piazzale Clodio. Protesta contro i pm: "Grazie!".

I Cucchi davanti al Tribunale: grazie!
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17 Gennaio 2013 - 17.57


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La famiglia Cucchi stamattina ha organizzato una manifestazione – la prima del genere, da quando è iniziato il doloroso calvario di Stefano, il ragazzo morto dopo un arresto in un reaprto carcerario ospedaliero – a piazzale Clodio, sede del Tribunale di Roma. Cartelli e qualche slogan prprio sotto gli uffici del pm Vincenzo Barba, che insieme alla collega Francesca Loy hanno indagato sulla morte di Stefano, rinviando a giudizio medici e infermieri del Sandro Pertini e tre guardie carcerarie.

Insieme al padre e alla madre di Stefano – Giovanni e Rita – alla sorella – Ilaria – gli attivisti del Cinema Palazzo. “Verità e giustizia per Stefano Cucchi”, “Solidarietà con i detenuti”. E il cartello piccolo, scritto a mano, da Giovanni Cucchi: “Grazie! Stefano Cucchi è stato arrestato come un albanese senza fissa dimora, ed è morto come un cittadino romano: senza diritti”. Le forze dell’ordine hanno sentito la necessità do fare un controllo, e chiedere i documenti a Giovanni.

La protesta è scaturita da quanto è successo ieri durante l’udienza presso la Corte di Cassazione, dove si sta svolgendo il processo, i medici accusati di abbandono di incapace e le guardie carcerarie di lesioni gravi. Era l’ultima udienza dedicata alla relazione dei periti della “superperizia” disposta dal giudice. Un perizia parzialmente contesta dalle parti civili, perché attribuisce la morte alla “malnutrizione” e accusa pesantemente i medici, ma non rileva alcun elemento particolare circa il pestaggio.

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La famiglia di Stefano aveva fatto l’ennesimo investimento economico per permettere a tutti i propri periti – che hanno una tesi opposta rispetto a quella dei periti del giudice – per permettere un “faccia a faccia” in aula. Gli avvocati dei difensori hanno dato il loro assenso. Ma ad opporsi, in modo piuttosto inedito, sono stati proprio i pm. Che non sono nuovi a atteggiamenti di “chiusura” nei confronti della famiglia e del loro avocato, Fabio Anselmo. Tra l’altro proprio nell’udienza di ieri è accaduto un episodio che ha fatto infuriare Ilaria Cucchi: “Il pm Loy mi ha fissata per diverso tempo con aria di sfida – dice – è incredibile, mi dento ferita: le vittime siamo noi!”.

Per la famiglia la decisione dei pubblici ministeri è stata un vero colpo, si sono di nuovo sentiti abbandonato, traditi e questo modo di proseguire nella conduzione del processo porterà necessariamente a una verità che lascerà la famiglia con l’amaro in bocca.

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“Penso che ci stiano impedendo di fare quel che è necessario fare – dice amareggiato Giovanni Cucchi – Si trascurano delle prove importanti. Attribuiscono la morte d Stefano esclusivamente a malnutrizione, e non prendono in considerazione le altre prove, dalla testimonianza del detenuto che ha visto il sangue sui pantaloni di Stefano subito dopo il rientro in cella nei sotterranei del tribunale dopo l’udienza di convalida. Né considerano – continua Giovanni Cucchi – la frattura di una delle vertebre. Il fatto che i medici siano colpevoli lo sapevamo, ma il pestaggio non viene presa in considerazione.Un confronto sarebbe stato certamente utile, e questo lo rimproveriamo ai pm. Dovrebbero in un certo qual modo difenderci, sicuramente difendere la verità che è quella che noi cerchiamo!” (ci. gu.)

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