L'Impatto dell’Ai e dei social media sullo spettacolo televisivo di Paris2024
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L'Impatto dell’Ai e dei social media sullo spettacolo televisivo di Paris2024

‘Video killed the radio star’, cantavano i Buggles al tramonto dei Settanta prima che la rete invadesse il globo e l’Ai l’ammorbasse. Invece nessun deprofundis per le vecchie radio e tv che si stanno rivestendo a nuovo integrandosi tecnologicamente e contenusticamente per essere davvero “nuovi”

L'Impatto dell’Ai e dei social media sullo spettacolo televisivo di Paris2024
Simone Biles e Jordan Chiles si inchinano ai lati mentre sale sul podio centrale, quello dell’oro, la collega Rebeca Andrade
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8 Agosto 2024 - 17.50 Culture


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di Marcello Cecconi

Accade alla premiazione del corpo libero femminile. Simone Biles, the Goat, (Greatest Of All Time) e Jordan Chiles si inchinano ai lati del podio mentre sale sulla posizione centrale, quella dell’oro, la collega Rebeca Andrade. Un gran bel gesto perché riassume i valori dei giochi olimpici ma soprattutto racchiude il nocciolo decubertiano quasi dimenticato: si può vincere anche quando si perde, ed è sempre una lezione per tutti.

Accade anche che le campionesse di nuoto sincronizzato svelino su Tik Tok i segreti dei loro look da gara come Il doloroso rituale dei capelli. Un atleta di nuoto sincronizzato, Daniella Ramirez, ha mostrato in un video condiviso suo social qual è il disagio che si prova quando bisogna rimuovere lo strato di gelatina che si applicano sulle ciocche dei capelli per tenerle ferme durante la gara. I video della statunitense sono i più virali di tutti, con una media di 200 milioni di visualizzazioni a post. Daniella tamburella con un pettine per infrangere la superficie dura e lucida dei propri capelli prima di rimuovere, con movimenti sicuri e pezzo dopo pezzo, la patina di gelatina quasi fosse un casco.

Oppure accade di vedere la sequenza di immagini con la diciottenne cinese Yaqin Zhou, argento nella trave donne, osservare prima con timido stupore le azzurre Alice D’Amato (oro) e Manila Esposito (bronzo) intente nel gesto iconico di mordere la propria medaglia e poi con umile imbarazzo imitarle. Un gesto, da parte della cinese, istintivo e non studiato e quindi commovente che ha solo il sapore di amicizia e vicinanza con le altre due campionesse.

Questo è solo un piccolo repertorio del social show di queste Olimpiadi che la grandeur francese sta rendendo un evento comunicativo integrato e unico attraverso le più avanzate tecnologie che sfruttano anche l’AI e che non ha niente da invidiare alle oliate macchine da entertainment americane. Tutte le strutture produttive di tutte le emittenti del mondo sono concentrate all’interno dell’International Broadcasting Centre che occupa un intero gigantesco quartiere fieristico di Parigi.

Grazie a queste innovazioni chi guarda da casa le Olimpiadi di Parigi si trova di fronte a scelte di visualizzazione inedite grazie all’Olympic Broadcasting Service (Obs), l’organizzazione che produce tutti i contenuti multimediali durante i Giochi e che ha introdotto le nuove tecnologie in collaborazione con Alibaba e Intel, con quest’ultima che fa segnare l’ingresso dello streaming live in 8k, ultra nitido e a bassa latenza.

L’intelligenza artificiale è in grado di evocare informazioni in tempo reale e di visualizzarle sullo schermo: statistiche, probabilità di successo di un atleta, distanze fra gli atleti in gara e immagini aumentate artificialmente di quello che accade sul campo. L’Obs afferma poi di aver aumentato di oltre il doppio i sistemi multi-camera, utilizzati per effettuare riprese da più angolazioni e trasformarle in replay in super slow-motion. Ma avrà in dotazione anche obiettivi cinematografici capaci di inquadrature più artistiche, come i cambiamenti della profondità di campo che abbiamo visto nel film Matrix.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 non sono solo un evento sportivo di portata globale, ma rappresentano anche un fenomeno mediatico e tecnologico in continua evoluzione che peserà di sicuro sui broadcaster che si interessano di sport e che per tenere il passo, al quale si sono abituati gli spettatori delle Olimpiadi, dovranno adeguarsi con celerità. Video killed the radio star, cantavano i Buggles al tramonto dei Settanta prima che la rete abbracciasse il globo e l’Ai l’ammorbasse. Ma tant’è, nessun deprofundis per le vecchie radio e tv che invece si stanno rivestendo a nuovo integrandosi tecnologicamente e contenusticamente per essere davvero “nuovi”.

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