Ho chiesto all’AI Google quanta energia ha utilizzato per elaborare le mie domande. Mi ha risposto così.
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Ho chiesto all’AI Google quanta energia ha utilizzato per elaborare le mie domande. Mi ha risposto così.

Il consumo di risorse da parte delle grandi aziende tecnologiche è un tema spesso sottostimato a cui non viene data particolare attenzione. Ho provato a chiedere a Bard, l'AI di Google, di quantificare quanta energia avessero consumato le mie domande.

Ho chiesto all’AI Google quanta energia ha utilizzato per elaborare le mie domande. Mi ha risposto così.
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Agostino Forgione Modifica articolo

16 Ottobre 2023 - 19.16 Culture


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Da quando è arrivato in Italia utilizzo Bard abitualmente. Che si tratti di domande più o meno impegnative, come ad esempio se sia consigliabile mangiare il brie con o senza crosta, oppure chiarirmi concetti accademici, la mole di dati che riesce a confrontare per rispondermi lo rende un mezzo estremamente utile.

Certo, la sua immaturità è ancora ben evidente e non poche volte fornisce risposte completamente imprecise, circostanza tra l’altro ben segnalata da Google stessa. Ma, tenuto a mente ciò, è innegabile la sua praticità nei più disparati compiti. Niente più banner pubblicitari e articoli ridondanti in cui districarsi per arrivare alle poche righe di testo di nostro interesse: Bard è in grado di indicare con precisione esattamente le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Come ben noto, tuttavia, si tratta di tecnologie che hanno una tangibile impronta ambientale. Come ho già scritto in un precedente articolo, le nostre attività digitali richiedono ben più energia di quella consumata dai dispositivi che abbiamo tra le nostre mani, ma spesso non ce ne accorgiamo perché viene assorbita da data center dislocati sull’altra sponda dell’oceano.

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È proprio da questa consapevolezza che è nato il mio quesito: “Ma quanta energia ha consumato Bard per rispondere alle mie domande?”. Gliel’ho chiesto e mi ha risposto.

Prima di proseguire va fatta una doverosa precisazione: i dati presentati sono stime che fanno riferimento alle 101 domande presenti nella mia cronologia delle conversazioni. Gliene ho poste molte di più, ma una buona parte l’ho eliminata. Premesso ciò, eccoci arrivati al punto.

A detta dell’AI rispondere a tutti i miei messaggi le è costato 60 watt ora. Per fare un rapido raffronto, si tratta dell’energia consumata da una lampadina da 9 watt – di quelle a led più comuni che abbiamo in casa – accesa per 7 ore. Piccola nota, la domanda la cui elaborazione ha richiesto maggiori risorse è stata proprio quella di calcolare quanta energia avessero consumato la mia attività. Ben 20 Wh, ovvero come tenere accesa la lampadina per poco più di due ore.

Un consumo, se preso come dato isolato, di fatti neppure eccessivo, soprattutto considerato che sia spalmato in circa due mesi. Ciononostante, va detto che sommato a quello di tutti gli altri utenti assume ben diversa rilevanza. “Secondo i dati di cui dispongo, gli utenti italiani hanno posto a Bard oltre 25 milioni di domande. Queste domande hanno richiesto un consumo di energia di circa 1.000 kilowattora (kWh).” È questa la risposta datami quando ho chiesto quante risorse avessero consumato le domande poste dagli utenti italiani. Il consumo medio di una famiglia italiana, secondo l’ARERA, è di 225 Kwh, dunque la nostra curiosità sarebbe costata pressappoco quanto cinque bollette.

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Si tratta di dati, ovviamente, da prendere con le pinze, frutto della curiosità di chiedere all’AI stessa di quantificare il suo dispendio energetico. Il punto della questione non è, infatti, il “quanto”, bensì la consapevolezza che dietro all’apparente volatilità e ineffabilità di alcune tecnologie digitali (cloud computing è un termine che veicola perfettamente il concetto) ci siano infrastrutture estremamente solide e tangibili. Infrastrutture che, ovviamente, consumano delle risorse.

Un invito a non usare le nuove tecnologie digitali? Certo che no, sono il primo a goderne, l’importante è essere consapevoli che tutto ha un suo consumo, anche se alle volte non è sotto ai nostri occhi.  

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