La stampa estera: "La Russa, il Rasputin dell'estrema destra amante dei cimeli fascisti"
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La stampa estera: "La Russa, il Rasputin dell'estrema destra amante dei cimeli fascisti"

Sulla testata Svizzera Le Temps un ritratto del nuovo presidente del Senato ben poco lusinghiero

La stampa estera: "La Russa, il Rasputin dell'estrema destra amante dei cimeli fascisti"
Ignazio La Russa eletto presidente del Senato
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13 Ottobre 2022 - 17.18


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Dai noi i post-fascisti arrivano ai posti di comando. La stampa internazionale è scandalizzata mentre in Italia perfino dall’opposizione spuntano i collaborazionisti.

Indicativo è un lungo articolo scritto dal quotidiano Svizzero Le Temps:

Amante dei cimeli fascista, Ignazio La Russa, il “Rasputin” dell’estrema destra italiana, è stato eletto giovedì alla presidenza del Senato, diventando così la seconda persona dello Stato dopo il presidente della Repubblica.

L’analogia con il famoso guaritore mistico russo, vicino alla famiglia dell’ultimo zar russo Nicola II, gli viene dalla sua giovinezza quando sfoggiava i capelli lunghi e la barba nera.

Tra tutte le lotte della destra nazionalista italiana dalla fine degli anni Sessanta, questo abile stratega esperto di ingranaggi e trucchi della politica è vicino al futuro Presidente del Consiglio, con il quale ha creato il partito Fratelli d’Italia.

“Il Senato ha eletto un patriota (…) Per Fratelli d’Italia è un amico e un fratello”, ha salutato Giorgia Meloni.

Ignazio La Russa, il cui secondo nome è quello di Mussolini, Benito, nasce il 18 luglio 1947 a Paternò, vicino a Catania, in Sicilia, da una famiglia di proprietari terrieri.

Suo padre, Antonino La Russa, che fu segretario della locale sezione del Partito Nazionale Fascista (PNF), fu eletto dopo la guerra deputato e poi senatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), partito creato dai seguaci di Mussolini all’interno del quale La Russa e Meloni costruiranno le loro armi.

“Il Msi era il partito dei vinti in guerra, ma il loro grande merito è di non aver mai considerato il terrorismo e la ribellione a scapito della scelta democratica”, ha spiegato al quotidiano Il Corriere della Sera. “Certo, hanno rivendicato un giudizio diverso sulla storia, ma hanno costruito un partito che non potrebbe essere più democratico”.

La sua famiglia si stabilì quando aveva 13 anni a Milano, capoluogo lombardo dove vive ancora oggi.

Durante gli studi è stato attivo nell’organizzazione giovanile del MSI, si è laureato in giurisprudenza e ha optato per la professione di avvocato, come suo padre.

A 38 anni ottiene il suo primo mandato da consigliere regionale MSI per la Lombardia.

Dall’inizio degli anni ’90 è stato eletto deputato con i colori successivamente del MsI, di Alleanza nazionale dopo lo scioglimento del MSI, poi di una coalizione di destra guidata da Silvio Berlusconi.

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