Centro migranti peggio di un lager: "Migranti costrette all'asportazione dell'utero"
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Centro migranti peggio di un lager: "Migranti costrette all'asportazione dell'utero"

Sotto accusa un centro privato di detenzione della Contea di Irwin in Georgia: i detenuti hanno consegnato ai gruppi per la difesa dei diritti umani una lunga lista di denunce

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15 Settembre 2020 - 16.40


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Negligenze sanitarie, nessun rispetto delle norme anti-Covid-19, ritardi nelle cure, sporcizia e “isterectomie” forzate e seriali su migranti. Sono queste le accuse mosse dagli attivisti per i diritti umani contro il centro privato di detenzione della Contea di Irwin in Georgia in base alle rivelazioni di una fonte interna e dei detenuti.

Una storia da lager degli orrori: in particolare la denuncia si basa sulle accuse di un’informatrice, un’infermiera identificata come Dawn Wooten, che ha lavorato nel centro in cui si trovano gli immigrati detenuti per aver varato la frontiera con gli Stati Uniti illegalmente. La donna ha espresso, in particolare, preoccupazioni per l’alto numero di isterectomie effettuate su donne ispaniche nel centro.

In particolare l’infermiera ha spiegato che le donne migranti detenute nel centro si sono lamentate di non comprendere perché dovessero sottoporsi a tale operazione, che prevede la rimozione di parte o di tutto l’utero.

Il “tasso di isterectomie effettuate” al centro era diventato “un allarme rosso” per Wooten e le altre infermiere. Secondo l’informatrice in particolare ogni paziente visitata da un medico specifico poi subiva un’operazione all’utero, “ci dicevamo che era un collezionista di uteri” e in un caso “era stata rimossa l’ovaia sbagliata a una giovanissima migrante”. Tra le accuse, alcune detenute hanno anche dichiarato che si sentivano come “se si facessero esperimenti su di noi”.

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La denuncia, presentata da Project South, Georgia Detention Watch, Georgia Latino Alliance for Human Rights e South Georgia Immigrant Support Network, a nome dei detenuti e dell’informatrice, parla anche di “scioccanti negligenze” nel corso della pandemia tra cui il rifiuto di sottoporre a test i detenuti con sintomi e di registrare i dati.
I detenuti hanno consegnato ai gruppi per la difesa dei diritti umani una lunga lista di denunce, tra cui anche quelle sulle condizioni igienico-sanitarie del centro, dove i bagni e gli alloggi erano sporchi e pieni di insetti e formiche.

In una nota l’Ice, il dipartimento americano che si occupa della gestione dei centri di detenzione, ha dichiarato di prendere seriamente in considerazione le accuse e di essere “impegnato nella sicurezza e nel benessere di tutti coloro che sono in custodia”.

 

L’Agenzia ha dichiarato alla Associated Press, però, che “accuse anonime, senza prove, presentate senza esempi verificabili devono essere trattate con il giusto scetticismo”.

 

In particolare sulle affermazioni relative alle norme sulla pandemia, l’Ice ha risposto al sito di notizie AJC che gli “epidemiologi dell’Ice stanno tracciando l’epidemia con aggiornamenti regolari, controllo dei protocolli e con linee guida per lo staff per la gestione e lo screening di possibili esposizioni tra i detenuti”.

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