Gli integralisti di Radio Maria campano grazie ai soldi pubblici: 700mila euro l'anno
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Gli integralisti di Radio Maria campano grazie ai soldi pubblici: 700mila euro l'anno

L'emittente gode di un trattamento privilegiato insieme con Radio Padania

Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria
Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria
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7 Novembre 2016 - 15.03


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Integralisti. Ma non a spese dei fedeli. Ma a spese dei cittadini italiani, credenti, non credenti, e cattolici non fanatici compresi.
Radio Maria, l’emittente finita sotto accusa per le vergognose frasi sul terremoto, infatti prende dallo Stato italiano più soldi di qualsiasi altra emittente.
Radio Maria è un’emittente radiofonica cattolica italiana fondata nel 1982 ad Arcellasco d’Erba.
L’emittente che si è permessa di dire che il terremoto che ha squassato il Centro Italia non sarebbe altro che “il castigo di Dio” per la legge sulle unioni civili, negli ultimi tre anni ha incassato due milioni e 90 mila euro nel triennio a titolo di “mero sostegno”, in base a una legge di 18 anni fa varata per sostenere le emittenti locali che però le assicura un canale privilegiato.
Insomma, gli integralisti di Radio Maria godono di un trattamento privilegiato nella distribuzione delle sovvenzioni pubbliche per un codicillo contenuto nella legge 448 del 1998 – al comma numero 190 dell’articolo 4, precisamente – che assegna il 10% dei contributi destinati alle radio locali alle “emittenti nazionali comunitarie”, ovvero quelle che non hanno fini di lucro. Le “emittenti nazionali comunitarie” sono solo due: Radio Maria e Radio Padania. Amen. Anzi, aleluja.

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