In Cina è stato diagnosticato l'Alzheimer a un ragazzino di soli 19 anni: è il più giovane malato al mondo
Top

In Cina è stato diagnosticato l'Alzheimer a un ragazzino di soli 19 anni: è il più giovane malato al mondo

Si tratta di un ragazzo cinese, tutto è iniziato quando aveva solo 17 anni, con problemi di studio e concentrazione fra i banchi del liceo

Limitato l'uso del nuovo farmaco contro l'Alzheimer ai casi non gravi negli Usa
Limitato l'uso del nuovo farmaco contro l'Alzheimer ai casi non gravi negli Usa
Preroll

globalist Modifica articolo

17 Febbraio 2023 - 10.45


ATF

Ha ricevuto la diagnosi di Alzheimer a soli 19 anni, un ragazzo cinese destinato ad essere il più giovane malato al mondo di questa forma di demenza senile. Secondo quanto pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease dall’equipe del professor Jia Jianping, neurologo del Friendship Hospital e del National Clinical Research Center for Geriatric Diseases di Pechino, tutto è iniziato quando il ragazzo aveva solo 17 anni, con problemi di studio e concentrazione fra i banchi del liceo.

Non riusciva più a leggere come prima, faceva difficoltà a concentrarsi e a portare a termine i compiti, con evidenti deficit della memoria a breve termine.Il giovane, inoltre, non era in grado di ricordare dove riponeva i suoi effetti personali, se avesse già mangiato o bevuto e si isolava dalla famiglia e dagli amici.

“Se venisse confermato da ulteriori analisi questo sarebbe il più giovane malato al mondo”, commenta il prof. Paolo Maria Rossini, Responsabile del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele. “In realtà – aggiunge – i casi di demenza di Alzheimer a esordio “giovanile” non sono una rarità e una novità, ma 19 anni costituisce realmente un record. Il primo caso descritto nel 1906 dal neurologo tedesco da cui poi la malattia ha preso il nome era una donna di 49 anni. Nei decenni successivi e soprattutto negli ultimi 20 anni i metodi per effettuare una diagnosi precoce sono migliorati moltissimo (purtroppo non la terapia)”.

“Grazie al miglioramento dei metodi di indagine e all’aumentata sensibilità e attenzione dei medici e delle famiglie – continua il neurologo – sono sempre di più i malati diagnosticati prima dei 65 anni, e rappresentano ad oggi fra il 5 e il 10% di tutte le diagnosi”.

Native

Articoli correlati