L'epidemiologo Monasta: "Se si rispettano le misure a maggio non ci saranno più decessi"
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L'epidemiologo Monasta: "Se si rispettano le misure a maggio non ci saranno più decessi"

Monasta è epidemiologo dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, che segue per l'Italia la ricerca dell'Ihme che fornisce i dati sulla pandemia alla Casa Bianca

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8 Aprile 2020 - 15.22


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Lorenzo Monasta, epidemiologo dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste, che segue per l’Italia la ricerca dell’Institute for health metrics and evaluation (Ihme), organizzazione indipendente della School of Medicine dell’Università di Washington che fornisce i dati alla Casa Bianca, ha pubblicato ieri le previsioni sull’evoluzione della pandemia di Coronavirus: “L’Italia ha superato la fase di picco di Covid-19 e il 19 maggio raggiungerà il traguardo ‘zero decessi’, ma le cose potrebbero cambiare se si allenteranno le misure di distanziamento sociale. Questa però è una stima, che aggiorneremo ogni giorno sulla base dei dati della Protezione civile e di quelli che arriveranno dall’Istituto superiore di sanità”. 
“Il totale dei decessi registrati nel nostro Paese sarà di 20.300 al 4 agosto 2020 – aggiunge Monasta – ma bisogna dire che il dato sulla mortalità è molto altalenante: il sistema di registrazione dei casi forse ‘penalizza’ un po’ i modelli. In ogni caso in Italia si registra un eccesso di mortalità nelle regioni più colpite. Ma è importante avere un orizzonte temporale per pianificare, e bisogna ribadire che i modelli possono cambiare – ribadisce – se c’è un allentamento del distanziamento sociale”.
Per Monasta il modello e il confronto con il resto d’Europa evidenzia l’efficacia delle misure adottate nel nostro Paese. “Per Christopher Murray, direttore dell’Ihme, alla fine di questa prima ondata il 5% della popolazione italiana potrebbe essere stata colpita. Saperlo con certezza è importante per pianificare le attività e contrastare efficacemente una eventuale seconda ondata. E i test sierologici potrebbero essere utili da questo punto di vista”.
“Inoltre è importante sottolineare che i Paesi come l’Italia e la Spagna, più pesantemente colpiti all’inizio dell’epidemia in Europa, hanno agito in fretta. Mentre i Paesi che si sono mossi in ritardo per scelte politiche, come la Gran Bretagna, potrebbero pagare il prezzo maggiore: la stima è di 66 mila morti contro i 20 mila in Italia. La metà dei decessi che si verificheranno in Europa si concentrerà in Gran Bretagna”, conclude.

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