In Francia torna la paura del terrorismo a otto mesi dali'inizio delle Olimpiadi
Top

In Francia torna la paura del terrorismo a otto mesi dali'inizio delle Olimpiadi

'attacco jihadista di ieri vicino alla Torre Eiffel, presumibilmente per mano di un giovane ex detenuto che si è dichiarato membro del gruppo terroristico Stato islamico (Isis), toglie il sonno alle autorità francesi. 

In Francia torna la paura del terrorismo a otto mesi dali'inizio delle Olimpiadi
Olimpiadi
Preroll

globalist Modifica articolo

4 Dicembre 2023 - 01.24


ATF

Torna la paura terrorismo in Francia a otto mesi dall’inizio dei Giochi olimpici a Parigi. L’attacco jihadista di ieri vicino alla Torre Eiffel, presumibilmente per mano di un giovane ex detenuto che si è dichiarato membro del gruppo terroristico Stato islamico (Isis), toglie il sonno alle autorità francesi. 

Il Governo si è riunito oggi in un vertice di emergenza per cercare di valutare tutte le misure necessarie a proteggere il Paese dalla nuova ondata jihadista, soprattutto in vista delle Olipiadi. Dopo l’accoltellamento mortale compiuto da Armand Rajabpour-Miyandoab, che ha posto fine alla vita di un giovane di 23 anni di nazionalità tedesco-filippina e ha ferito altre due persone con un martello, la Francia ha quindi scoperto il suo lato vulnerabile, vedendo i pericoli a cui potrebbe andare incontro la capitale in vista dell’evento sportivo del prossimo anno. L’attentato infatti è avvenuto proprio nelle vicinanze di quelle aree che, in occasione dei Giochi che si apriranno il 26 luglio prossimo, saranno `protette´, proprio nel cuore di uno dei quartieri più turistici e frequentati di Parigi. 

Leggi anche:  Parigi 2024: il Cio inviterà una quota di atleti palestinesi

Mentre il Governo francese si riuniva nel pomeriggio d’urgenza per discutere di questioni di sicurezza, Fre’de’ric Pe’chenard, vicepresidente della regione parigina Ile de France, dichiarava a Franceinfo che ci sono «una serie di rischi», esortando le autorità a prevedere un «piano B». Un rischio di attentati già latente, prima ancora dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre.

 In una conferenza stampa oggi, il procuratore antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, ha confermato che Rajabpour-Miyandoab era affiliato all’Isis, come rileva un video, postato su X, in cui il giovane inneggia alla Jihad e fa riferimenti espliciti a Gaza, a Hamas e alla Palestina. «In lingua araba si presenta come un combattente dello Stato islamico, di una filiale che opera dall’Afghanistan. E nel video rivendica la sua appartenenza all’Isis, dà il suo sostegno ai jihadisti che operano in Africa, in Iraq, in Siria, in Pakistan e in Yemen», ha detto il pubblico ministero. 

La procura ha confermato che l’indagato, nato 26 anni a Neuilly-sur-Seine, ha avuto contatti in passato attraverso i social network anche con l’assassino del 2020 del professor Samuel Paty, il ceceno Abdoullakh Anzorov (18 anni ), ucciso dalla polizia dopo aver decapitato l’insegnante. Rajabpour-Miyandoab, che aveva scontato quattro anni di carcere per un attentato pianificato nel 2016 nel quartiere degli affari di La De’fense (a ovest di Parigi), aveva beneficiato anche di un «monitoraggio medico» fino all’aprile 2023 a causa dei suoi problemi mentali, ha aggiunto Ricard. Oltre alle diverse tracce preoccupanti legate al suo passato, il ragazzo era stato segnalato anche da sua stessa madre che, a ottobre, aveva espresso preoccupazione per le condizioni mentali del figlio «troppo chiuso in se stesso». 

Leggi anche:  Parigi 2024: il Cio inviterà una quota di atleti palestinesi

E proprio sulle condizioni psichiche del giovane ha puntato il dito il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, sollecitando le autorità «a richiedere un’ingiunzione di cure» per una persona radicalizzata, monitorata per disturbi psichiatrici, al fine di prevenire atti come quello di ieri. Ora sulla mancata prevenzione sanitaria, che avrebbe potuto evitare le vittime di ieri, la Francia si interroga. Dal 2012, gli attacchi jihadisti in Francia hanno causato la morte di 273 persone e il ferimento di 1.200, soprattutto nel 2015 e nel 2016, quando si trattava di attacchi su larga scala organizzati in gruppi e non secondo profili che assomigliano a «lupi solitari»

Native

Articoli correlati