Dopo aver sparso menzogne e propaganda sul web attraverso profili falsi e un branco di utili idioti no vax, antisistema e putiniani convinti, il Cremlino ha cambiato strategia.
Tra le tendenze emerse più di recente dai canali di «disinformazione» nel conflitto russo-ucraino, si rileva una «una inversione di trend della disinformazione russa, la quale ha subito un forte rallentamento nella sua intensità e l’adozione di una postura difensiva. Nel merito, il Cremlino nelle ultime settimane ha messo in atto prevalentemente attività tese ad una controdeduzione delle narrative occidentali e all’ampliamento del consenso interno ed esterno, attraverso l’ingaggio di figure di alto livello con profili social caratterizzati da un grande seguito, unitamente al coinvolgimento di personalità di pregio all’estero; un generale rallentamento anche nelle attività di influenza cinesi».
Sono tecnicamente le azioni di influenza, ossia il racconto che viene accreditato da personalità con un certo seguito. Modello influenze e opinion leader o maker. E poi contro-propaganda, ossia il tentativo di screditare le narrazioni dell’altro campo.
Lo si legge dal documento di monitoraggio sullo stato della disinformazione, raccolta tra il periodo 15 aprile-15 maggio, e realizzata a cura del Dis, con i contributi di Aise, Aisi e Maeci. Lo stesso documento che stamattina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Franco Gabrielli, ha deciso di declassificare.