Chiesti 3 anni di prigione per un 93enne ex guardiano di un lager nazista
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Chiesti 3 anni di prigione per un 93enne ex guardiano di un lager nazista

La procura tedesca di Amburgo vuole la condanna di un appartenente alle Ss di stanza al campo di concentramento di Stutthof, vicino a Danzica, oggi in Polonia

L'ex Ss nazista Bruno Dey a processo
L'ex Ss nazista Bruno Dey a processo
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6 Luglio 2020 - 16.39


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La procura tedesca di Amburgo ha chiesto oggi tre anni di carcere per un ex guardiano di un campo di concentramento nazista, accusato di complicità nell’uccisione di 5.230 prigionieri. L’imputato, il 93enne Bruno Dey, è stato guardiano del lager di Stutthof, vicino a Danzica, oggi in Polonia, riferiscono i media tedeschi.

Secondo il procuratore Lars Mahnke, Bruno Dey è stato “senza dubbio” complice del massacro di oltre 5mila prigionieri durante il periodo in cui era guardiano del campo, fra l’agosto 1944 e l’aprile 1945, crimine “indescrivibili” che evocano “orrore e vergogna” di cui era “senza dubbio” a conoscenza.

Bruno D., che è apparso in aula su una sedia a rotelle, si è sempre detto innocente, affermando di non essere entrato volontariamente nelle Ss e di essere stato mandato al campo perché un problema cardiaco gli impediva di combattere in prima linea. “Non ho nessuna colpa per quanto successo”, aveva detto durante la sua testimonianza a maggio, sostenendo di aver fatto soltanto il guardiano. “Ero costretto a farlo, era un ordine”, ha aggiunto, dicendo di aver voluto in questi anni soltanto dimenticare quanto successo. L’anno scorso l’imputato aveva però ammesso che sapeva dell’esistenza delle camere a gas e di aver visto “figure emaciate di persone che soffrivano”. Il suo processo si svolge davanti ad una corte per i minori, dato che l’imputato aveva fra i 17 e i 18 anni all’epoca dei fatti.

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Il lager di Stutthof fu aperto dai nazisti nel 1939 per rinchiudervi i prigionieri politici polacchi, ma poi venne usato anche per internare gli ebrei. In totale vi furono rinchiuse più di 110mila persone, uomini e donne. Ne morirono almeno 65mila, uccisi dalla fame, gli stenti, il tifo, ma anche iniezioni letali e le camere a gas. A migliaia perirono o furono uccisi durante le marce forzate cui furono costretti i prigionieri dopo l’evacuazione del campo alla fine del 1944.

In Germania è stato il processo contro l’ex guardiano del lager di Sobibor, John Demjanjuk, a fissare nel 2011 l’importante precedente giuridico che ha permesso la riapertura di altri procedimenti per complicità a carico di ex guardiani nazisti. Demjanjuk, morto in attesa dell’appello, fu riconosciuto colpevole di complicità nell’uccisione di 3mila ebrei, sulla base del fatto che faceva parte del personale del campo di sterminio.

Da allora sono stati aperti altri processi contro ex guardiani di lager e quello contro Bruno D. potrebbe essere uno degli ultimi. Uno dei processi più famosi è stato quello contro Oskar Groening, il ‘contabile’ di Auschwitz, condannato nel 2015 a 4 anni di carcere per complicità nell’uccisione di 300.000 persone nel lager. Durante il processo, aveva ammesso la propria “complicità morale”, invocando il perdono dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime. Groening è poi morto nel marzo 2018 all’età di 96 anni.

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