Quanto il Covid ci ha resi più poveri (soprattutto al Nord): tutti i dati sulla condizione economica nel 2020
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Quanto il Covid ci ha resi più poveri (soprattutto al Nord): tutti i dati sulla condizione economica nel 2020

Il 55esimo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese ha fotografato la situazione dei redditi delle famiglie durante il 2020

Quanto il Covid ci ha resi più poveri (soprattutto al Nord): tutti i dati sulla condizione economica nel 2020
Povertà in Italia
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3 Dicembre 2021 - 14.33


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Il Covid ha stravolto la vita delle persone, e con esse anche il lavoro e il reddito. La situazione fotografata dal Censis riporta come la povertà abbia colpito principalmente l’area più produttiva del Paese, il Nord, a causa delle continue chiusure e del fallimento di molte imprese.

“Nel 2020 – si legge nel Report – 2 milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, con un aumento rilevante rispetto al 2010, quando erano 980.000: +104,8%. L’aumento è sostenuto soprattutto al Nord (+131,4%), rispetto alle aree del Centro (+67,6%) e del Sud (+93,8%)”.

“Tra le famiglie cadute in povertà assoluta durante il primo anno di pandemia – prosegue il documento – il 65% risiede al Nord, il 21% nel Mezzogiorno, il 14% al Centro. Il disagio sociale ha assunto forme inedite, materializzandosi nel rapporto non sempre facile con il digitale sperimentato da quote significative della popolazione.

Lo affermano il 35,2% degli studenti degli ultimi anni delle superiori e dell’università, che hanno avuto difficoltà nella formazione a distanza, e l’11% degli occupati alle prese con le proprie attività lavorative in versione digitale.

Leggi anche:  Istat, in Italia 5,7 milioni di persone sono in povertà assoluta: i dati sono in aumento rispetto al 2022

Per il 60,7% degli italiani, in assenza di interventi adeguati, il digitale aumenterà le disuguaglianze tra le persone. L’86,3% ritiene la connettività a internet un diritto fondamentale, al pari della tutela della salute, della pensione per la vecchiaia o delle tutele sul lavoro”.

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