Francesco Nuti, in ricordo del Signor Quindicipalle a un anno dalla scomparsa
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Francesco Nuti, in ricordo del Signor Quindicipalle a un anno dalla scomparsa

Nel 1998 ho intervistato Francesco Nuti per Il Signor Quindicipalle, amara commedia ambientata nel mondo del biliardo ispirata al papà dell’attore e regista toscano ed interpretata al fianco di Sabrina Ferilli.

Francesco Nuti, in ricordo del Signor Quindicipalle a un anno dalla scomparsa
Francesco Nuti
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Marco Spagnoli Modifica articolo

12 Giugno 2024 - 14.20


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Nel 1998 ho intervistato Francesco Nuti per Il Signor Quindicipalle, amara commedia ambientata nel mondo del biliardo ispirata al papà dell’attore e regista toscano ed interpretata al fianco di Sabrina Ferilli. Sarebbero seguiti altri due film (Io amo Andrea, 2000) e Caruso Zero in Condotta (2001) prima dell’incidente che ci avrebbe privato per sempre del suo talento e della sua ironia. Perché Nuti, di quella generazione di registi è stato, forse, quello con maggiori doti tecniche per un cinema legato alla commedia romantica, brillante e divertente

Questa l’intervista per ricordarlo attraverso le sue parole

Francesco Nuti è tornato – dopo la disastrosa lavorazione e il flop al bottheghino di Occhiopinocchio in un film incentrato sul biliardo e interpretato al fianco di Sabrina Ferilli. Il signor Quindicipalle racconta la storia di un campione di biliardo che costretto a presentare alla famiglia una fidanzata che in realtà non esiste, ingaggia una prostituta d’altro bordo conosciuta casualmente al cimitero dove questa va a portare fiori sulla tomba degli ex clienti. Naturalmente – dopo alcune vicissitudini – l’amore è dietro l’angolo, mentre lo svolgimento del film dà modo a Nuti di raccontare un po’ della sua vita e di quella di suo padre in un paesino vicino Prato negli Anni Cinquanta. Un’autobiografia cinematografica che ha dato modo al regista toscano di dedicare il film al genitore scomparso alcuni anni fa, soprannominato “il Casanova”. 

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Nuti, come si è sentito a dirigere Il signor Quindicipalle dopo lo sfortunato insuccesso di Occhiopinocchio ?

Ero stato criticato anche prima, quando i miei film andavano sempre bene. Credo che faccia parte del gioco e non mi preoccupo più di tanto. Faccio i film che mi piacciono.

Da dove nasce l’esigenza per lei di raccontare – dopo Casablanca, Casablanca e Io, Chiara e lo Scuro – un altro film che coinvolge il tavolo verde del biliardo ?

Il biliardo è sempre stato per me un grande rifugio. Lo considero un contenitore di grandi sentimenti. Ricordo quando ero piccolo che la gente si trovava nella sala da biliardo non per giocare, ma per raccontare agli amici i loro problemi. 

Non guardavano nemmeno il colpo…Così ho voluto aggiungere un terzo elemento – quello del ricordo – all’ideale trilogia che lega i film da lei citati.

Sintetizzando il suo rapporto con il biliardo in una parola, quale userebbe ?

Passione.

Come mai in questo film c’è tanta musica ? Forse per accompagnare ancora meglio lo strepitoso ballo della Ferilli ?

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C’è tanta musica che mi piace è vero, ma quella che preferisco è la ritmica che deriva dal gioco del biliardo. Abbiamo pensato la danza della Ferilli come un atto d’amore di questa donna nei miei confronti. E – ovviamente – abbiamo strizzato l’occhio ai balli famosi di tanti film degli anni Cinquanta e Sessanta. Non abbiamo progettato niente. Ci siamo detti : “Mettiamo la Ferilli su un cubo e vediamo che succede…”

Un gusto anche della citazione allora…

Certamente, anche se ambientato in uno spazio completamente diverso…

Farebbe un film completamente diverso ?

Lei ha un soggetto da propormi ?

Veramente no, ma ci sono sicuramente molte persone che lo farebbero…

Alle volte mi domando anch’io cosa vorrebbe dire per me fare qualcosa di “diverso” da quello che ho sempre fatto. In realtà quando scrivo mi accorgo che quello che so fare meglio è la commedia. Quando – poi – mi domando chi potrei mettere al posto mio scopro che questo costa troppo, che quello incassa poco e allora…allora ci sono io. Quindi è per questo che interpreto e dirigo i film che scrivo per me. 

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Tornando a Il Signor Quindicipalle perché ha scelto un vestito rosso per la protagonista ?

Come perito chimico tintore che è andato a lavorare anche in fabbrica risponderò dicendo che il rosso è un colore dominante ed essendo la Ferilli una “dominatrice” era il colore più adatto a lei.

Condivide l’idea che il suo personaggio sia freudianamente castrato da una famiglia piena di donne e si diletta con mazze e palle per sfuggire le frustrazioni ?

Ma le mie donne non sono così terribili…sì, rompono, ma non più di tanto…

Ha visto molti film recentemente ?

No, ho ultimamente ho visto solo questo film a cui lavorato. L’unica cosa che penso riguardo questa ultima stagione del cinema italiano è che se lo Stato finanzia una pellicola, poi, deve fare sì che la stessa venga distribuita. Non è difficile fare dei film. È complicato farli vedere, perché se si esce contemporaneamente a un successo americano, si può stare sicuri che il film italiano finisce in una sala peggiore o più piccola.

Quali sono i suoi quattro film preferiti di sempre?

Blade Runner, Oltre il giardino, Miracolo a Milano e Il Signor Quindicipalle…

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