Quando Jimi Hendrix bruciò la chitarra sul palco: il racconto di quel gesto
Top

Quando Jimi Hendrix bruciò la chitarra sul palco: il racconto di quel gesto

Jimi Hendrix bruciò la sua prima chitarra il 31 marzo del 1967, sul palco del Monterey Pop Festival, alla fine dell'estenuante esibizione di Wild Thing.

Quando Jimi Hendrix bruciò la chitarra sul palco: il racconto di quel gesto
Jimi Hendrix
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Settembre 2023 - 01.47


ATF

Era il 31 marzo del 1967 e Jimi Hendrix, sul palco del Monterey Pop Festival e al termine di una massacrante esibizione di ‘Wild thing’, bruciò  la sua prima chitarra.

”Bisogna morire prima che la gente pensi che tu valga qualcosa”:  cosi’ diceva Hendrix che il 18 settembre 1970, a soli 27 anni, morì soffocato nel proprio vomito per una overdose di barbiturici, ma lasciandosi dietro una fama di chitarrista rivoluzionario ed eccentrico (suonò con l’intero palmo della mano, con i denti e con l’asta del microfono) rimasta ancora ineguagliata e milioni di dischi venduti in tutto il mondo.

Hendrix, questo il suo nome per intero, era nato a Seattle (Washington) il 27 novembre del 1942, da una famiglia con discendenze africane, europee, pellerossa e messicane. Iniziò a suonare a quindici anni dopo la morte della madre e a sedici anni era già per strada a vagabondare guadagnandosi da vivere in complessi di rhythm and blues e rock and roll. Dopo 14 mesi come paracadutista lascia l’esercito in seguito a una ferita, e a ventuno anni diventa ‘session man’, di volta in volta anche per il suo singolare carattere, di Little Richard (da cui si dice fu cacciato perche’ rubava la scena), Wilson Pickett, Hike e Tina Turner e King Kurtis. Mancino, semianalfabeta e dal carattere selvaggio Hendrix solo nel 1965 forma la sua prima band, ‘Jimmy James and the Blue Flames’, che si esibiva al Greenwich Village ed e’ li che la sua fama di chitarrista rivoluzionario arrivo’ all’ex bassista degli ‘Animals’ Chas Chandler.

Leggi anche:  Emma Marrone incanta Milano con il primo concerto del suo nuovo tour

Simpatizzante delle ‘Black Panther’ – anche per questo si parlo’ alla sua morte di strane implicazioni con la Cia – divenne una vera leggenda a Woodstock (1969) per la versione tutta distorta dell’inno americano (‘Star Spangled Banner’). Dopo l’esperienza con gli Experience fondo’ il primo complesso rock di soli neri, la ‘Band of Gypsie.

Dopo i primi tre 45 giri ‘Hey Joe’, ‘Purple Haze’, ‘The Wind Cries Mary’ solo quattro album per il musicista di Seattle. Arriva nel 1967, ‘Are you experienced’, con la bellissima ‘Foxy Lady’ e con il supersonico ‘Third stone from the sun’, il brano piu’ lungo e con un assolo epico di chitarra elettrica; nel dicembre dello stesso anno esce ‘Axis Bold as love’, con un suoni piu’ lenti e soffici; c’e’ poi ‘Elettric Ladyland’, nel 1968, un disco doppio con pochi brani notevoli tranne ‘Voodoo Chile’ e ‘1983’ e, infine, ‘Band of Gypsys’ (1970) con il logorroico ‘Machine gun’.Dopo di allora molti brani postumi e tutta una serie di ripescaggi e di incompiuti di Hendrix tirati fuori dal cappello dei produttori musicali intenzionati a sfruttare il suo talento fino alle fine.

Leggi anche:  “Rio Ari O” di Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte: una mostra a Bologna. 

Tra i suoi sogni mai realizzati quello di fare una grande big band che producesse suoni e luci all’ennesima potenza mentre, per quanto riguarda i suoi ritmi, cosmici e deliranti, diceva che gli provenissero da un’ossesione: quella di avere sempre in testa quel rumore dell’aereo quando era para’.

Il magazine Rolling Stone, nella lista dei migliori 100 chitarristi della storia, ha messo al primo posto Jimi Hendrix. Davanti a Eric Clapton e Jimmy Page. 

Native

Articoli correlati