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Carlo e Nello Rosselli, i fratelli antifascisti fatti assassinare da Mussolini

Il 9 giugno 1937 Carlo e Nello Rosselli esuli in Francia furono uccisi a coltellate durante un'imboscata. Mandanti Mussolini e Ciano

Carlo e Nello Rosselli, i fratelli antifascisti fatti assassinare da Mussolini
Carlo e Nello Rosselli

globalist Modifica articolo

9 Giugno 2023 - 09.44


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Carlo, ufficiale degli alpini, ferito al fronte del primo conflitto mondiale, professore universitario; Nello, allievo a Firenze di Gaetano Salvemini, storico e docente universitario. Il primo si orientò verso idee socialiste, il secondo simpatizzò per il liberalismo, avvicinandosi a Giovanni Amendola. Entrambi furono attivi antifascisti, subirono numerosi arresti, aggressioni, devastazioni dell’abitazione fiorentina, ammonizioni di polizia.

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Carlo, nel 1926, fondò e diresse il settimanale di ispirazione socialista Quarto Stato; fu arrestato nuovamente e assegnato al confino nell’isola di Ustica – assieme al fratello Nello – e successivamente a Lipari.

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Nel 1929, unitamente a Fausto Nitti ed Emilio Lussu, Carlo fuggì da Lipari e, via mare, si rifugiò in Francia. Fu fondatore e dirigente del movimento “Giustizia e libertà”, nel ’36 accorse in Spagna, combatté nelle Brigate internazionali, restò ferito a Monte Pelato. Nel frattempo, Nello fu nuovamente arrestato e confinato a Ponza; qualche tempo dopo riuscì ad espatriare raggiungendo in Francia il fratello Carlo, rientrato dalla Spagna per curarsi a Bagnoles de l’Orne.

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Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli caddero nell’agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e furono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del SIM (Servizio informazioni militari), come provò l’istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-45.

L’agguato

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Il 9 giugno 1937 Carlo e Nello Rosselli stavano guidando vicino alla città termale francese di Bagnoles-de-l’Orne. Come detto furono oggetto di un’imboscata sul ciglio della strada. Carlo fu colpito e accoltellato mentre andava in aiuto di coloro che pensava fossero in difficoltà. Quando Nello cercò di salvare suo fratello, fu anch’egli assassinato.

Entrambi i fratelli erano importanti antifascisti, ma Carlo era il vero l’obiettivo dell’agguato. Nello, storico e “letterato”, era meno pericoloso per il regime fascista. Per anni la polizia aveva vessato e intimidito la famiglia Rosselli. La loro proprietà era stata confiscata e distrutta. Quindi la decisione di seguire altri antifascisti italiani in esilio.

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Il ricordo del presidente della repubblica Napolitano

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlò in occasione dello scoprirsi di una lapide in memoria di Carlo Rosselli a Milano, nel luogo in cui trascorse nel 1926 il suo soggiorno milanese e che divenne la sede della redazione della rivista Quarto Stato, fondata insieme a Pietro Nenni, inviò un messaggio ai promotori dell’iniziativa.

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Il messaggio di Napolitano diceva: “Questo incontro costituisce, nel 73° anniversario dell’assassinio di Carlo e Nello Rosselli, un doveroso omaggio alla memoria di quelle due grandi figure dell’antifascismo italiano, che con il loro coraggioso impegno civile e politico chiamarono in tutta Europa alla mobilitazione e alla lotta contro i regimi totalitari, contribuendo a restituire all’Italia la libertà e la democrazia. Nel ricordare la viva attualità della visione politica dei fratelli Rosselli, sintesi feconda fra principi liberali e democratici, nucleo centrale del socialismo liberale, e nell’auspicio che il rigore e la coerenza con cui testimoniarono i propri ideali continuino a rappresentare un esempio, soprattutto per le giovani generazioni

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