Tutto il meglio della canzone francese: da Edith Piaf a Leo Ferrè
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Tutto il meglio della canzone francese: da Edith Piaf a Leo Ferrè

È una storia articolata quella che Giangilberto Monti e Vito Vita hanno raccolto nel volume «Gli anni d’oro della canzone francese 1940 - 1970»

Tutto il meglio della canzone francese: da Edith Piaf a Leo Ferrè
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17 Maggio 2023 - 16.54


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di Giordano Casiraghi

È una storia articolata quella che Giangilberto Monti e Vito Vita hanno raccolto nel volume «Gli anni d’oro della canzone francese 1940 – 1970» (Gremese, pagg. 232 – 28€). La canzone francese impegnata di Boris Vian a cui Monti aveva dedicato già un saggio romanzato, ma anche quella di Michel Polnareff, Sylvie Vartan, France Gall, Antoine, Dalida e Nino Ferrer che nei Sessanta ha imperversato nei programmi televisivi del sabato sera in Italia. La bionda Vartan di «Zum Zum Zum», «Come un ragazzo» e «Irresistibilmente», mentre Polnareff di «La bambolina che fa no no» aveva generato cover per I Quelli, futura Premiata Forneria Marconi.

Più singolare la presenza dell’istrionico Antoine che al Festival di Sanremo ha portato al successo brani come «Pietre» e «La tramontana». Canzone francese dalla svariate sfaccettature, infatti nel capitolo finale entrano in scena Georges Brassens, Jacques Brel, Aznavour e Gilbert Becaud con una dettagliata discografia italiana.

Uscito in doppia lingua nelle librerie italiane e in quelle francesi, il libro ripercorre il trentennio aureo della canzone francese del Novecento attraverso le carriere dei suoi protagonisti. Ognuno di essi è presentato ai lettori in un racconto biografico denso di dettagli e valorizzato da numerose foto: esibizioni, copertine di dischi, immagini promozionali, fugaci scampoli di vita privata. Così, artista dopo artista, queste pagine tracciano l’ampio orizzonte di una musica che per decenni non solo ha sedotto il pubblico francese e quello di tutto il mondo, ma ha ispirato altresì una pletora di autori e cantanti stranieri. Basterebbe citare a questo proposito la canzone «Comme d’habitude» di Claude François, che con il testo riscritto da Paul Anka sarebbe poi diventata «My Way» per Frank Sinatra, canzone americana del secolo scorso. 

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In relazione al panorama italiano impossibile non citare il cantautorato di Fabrizio De André e della “scuola genovese”, che molto devono all’estro creativo di Brel e di Brassens. Ma molti altri sono i “debiti” contratti dalla nostra musica verso i cugini d’oltralpe, come documentano le minuziose appendici discografiche riportate nel volume per ciascun artista, con tutte le incisioni realizzate in Italia e/o le reinterpretazioni ad opera di cantanti nostrani. Il libro è arricchito dalla possibilità di scaricare tramite il QR code l’album «Françalien» di Giangilberto Monti, titolo che esprime le due anime di questo progetto. Un disco che ripercorre il periodo d’oro di quel mondo artistico, dai repertori degli chansonniers più amati, da Léo Ferré a Jacques Brel, alle hit anni Sessanta eseguite dai loro interpreti più popolari, quali «Il ragazzo della via Gluck» tradotto per Françoise Hardy o «Bang Bang» nella versione di Dalida, fino alle traduzioni dello stesso Monti di Boris Vian e Serge Gainsbourg, passando per le grandi icone d’oltralpe, come Édith Piaf e Charles Aznavour. Notevole anche la parte iconografica con tantissime immagini che accompagnano ogni capitolo, più un inserto a colori con tantissime copertine di dischi. 

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