Selinunte: al via la ricostruzione di tre colonne del Tempio G
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Selinunte: al via la ricostruzione di tre colonne del Tempio G

Nel parco archeologico di Selinunte verranno ricostruite tre delle imponenti colonne del Tempio G. L'assessore Samonà: "Sarà un grande cantiere della conoscenza".

Selinunte: al via la ricostruzione di tre colonne del Tempio G
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5 Ottobre 2022 - 18.30 Culture


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Era all’incirca il VII secolo a.C. quando la gloriosa colonia greca di Selinunte venne fondata dagli uomini di Megara Hyblaea, altra città greca siciliana situata nei pressi di Augusta. Nacque qui un florido centro e un insediamento strategico e l’antica Selinus, visse un periodo di sviluppo notevole interrotto, nel 409 a.C., dai Cartaginesi, che si impadronirono della città.

Nell’antica regione siciliota, situata sulla costa sud-occidentale dell’isola, nell’attuale provincia di Trapani, sorge oggi uno dei parchi archeologici più estesi d’Europa ed è proprio in questo sito che torneranno a svettare tre delle ciclopiche colonne del Tempio G. Si tratta di un edificio maestoso – 109 metri di lunghezza e 50 di larghezza – che, 2600 anni fa, rappresentava la forza della gloriosa città ma che oggi, dopo conquiste, terremoti e a causa del passare del tempo appare come un enorme cumulo di rovine.

Come riporta la giornalista Ansa Silvia Lambertucci, la ricollocazione dei tre elementi architettonici è fortemente sostenuta da Sebastiano Tusa, archeologo, politico e accademico italiano, nonché ex Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

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Tra gli specialisti addetti al progetto è presente Oscar Mei, archeologo dell’università di Urbino, dal 2010 impegnato negli scavi del parco siciliano, il quale ha fatto notare come questa operazione sia in realtà solo il passo conclusivo di un articolato progetto di studio, di restauro e di musealizzazione finanziato dalla Regione Sicilia e portato avanti dall’impegno dell’Assessore alla Cultura Alberto Samonà.

Per l’occasione è stato costituito un pool di specialisti al quale hanno preso parte personalità come gli archeologi Valerio Massimo Manfredi, primo a suggerire, già molti anni fa, un progetto di ricomposizione, insieme a Claudio Parisi Presicce, grande esperto nello studio dei templi greci arcaici.

Il progetto richiederà il contributo di altre università e di esperti vista la sua ambiziosità e la grandezza di quello che fu un tempio periptero a colonne libere; il più grande della Sicilia e del Mediterraneo antico.

Non solo, questo lavoro di ricostruzione permetterà di dare nuova forma al parco archeologico, che oggi si presenta ancora come un cantiere aperto. Il direttore Felice Crescente ha però assicurato che, nonostante i lavori in corso, il sito di Selinunte resterà comunque visitabile.

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Oscar Mei ha poi ricordato come l’operazione non punti alla spettacolarità e come egli stesso ha affermato “non si tratta di una ricostruzione del tempio, ma di una grande operazione scientifica di ricerca e di tutela”. Tutt’altra cosa rispetto alla proposta sostenuta da Vittorio Sgarbi quattro anni fa, quando ricopriva ancora la carica di assessore in Sicilia e, con un preventivo di spesa di 15 milioni di euro, ipotizzava di coinvolgere diversi mecenati per ritirare su l’intero edificio.

Come ha precisato lo stesso Mei, è anche vero che l’operazione di conservazione portata avanti in questi anni è stata di fondamentale importanza, dato che gli elementi architettonici poggiati al suolo sono a rischio di deterioramento. Per questo, chiarisce che l’innalzamento di alcune delle colonne poste al lato sud avrebbe in primo luogo un fine di conservazione e conoscenza, ma sarebbe anche un modo per rendere il monumento maggiormente comprensibile agli osservatori.

Così, partendo dallo studio di documenti, attraverso indagini archivistiche, bibliografiche e iconografiche, si procederà con rilievi fotogrammetrici e tramite laser scanner 3D si mapperanno i materiali con cui l’edificio fu costruito. Una volta terminata questa fase si darà il via alle prospezioni geofisiche intorno al tempio e a sondaggi nel terreno che contorna il perimetro del sito.

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L’assessore Samonà ne è orgoglioso: “Sarà un grande cantiere della conoscenza”, afferma entusiasta.

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