Arsenico e vecchi merletti: due regine del teatro italiano a confronto con la commedia americana
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Arsenico e vecchi merletti: due regine del teatro italiano a confronto con la commedia americana

Le due grandi attrici Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini nell'opera di Joseph Kesserling

Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini
Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini
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16 Gennaio 2020 - 20.53


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di Giuseppe Costigliola
Gli spettatori attenti e gli amanti del teatro ricordano bene due grandi attrici milanesi, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, che da anni calcano con charme ed immutato successo le assi scricchiolanti degli italici palcoscenici. La Guarnieri, che debuttò a teatro nel lontano 1953 accanto a Enrico Maria Salerno, si è cimentata con i testi più prestigiosi dell’arte drammaturgica (Shakespeare, Pirandello, Euripide), diretta da giganti quali Zeffirelli e Ronconi, affiancata dai più grandi attori teatrali di sempre. Protagonista della gloriosa stagione degli sceneggiati televisivi, apparve in opere di successo (“La cittadella”, L’idiota”, “Umiliati e Offesi”, “E le stelle stanno a guardare”), e in parti importanti nei film di Bolognini e Festa Campanile.
Giulia Lazzarini, che si formò al Centro Sperimentale di Cinematografia, debuttò a teatro l’anno seguente, nel 1954, ed ha diviso la sua lunga e onorata carriera tra televisione (“Il mulino del Po, “I miserabili”, “Il tenente Sheridan”, “I demoni”) e teatro (Ibsen, Pirandello, Shakespeare). Memorabili, negli annali dell’arte scenica, le sue interpretazioni del personaggio di Ariel ne “La tempesta” di Shakespeare e di Winnie in “Giorni felici” di Beckett, allestimenti tenuti al Piccolo di Milano per la regia di Strehler. Al cinema molti la ricorderanno in un ruolo nel film “Mia madre” di Nanni Moretti.
Ebbene, sino al 20 gennaio sarà possibile vedere recitare insieme queste due grandi veterane in una commedia capolavoro di humor nero che negli anni Quaranta del secolo passato spopolò a Broadway, “Arsenico e vecchi merletti”, uscita dalla penna del drammaturgo Joseph Kesserling. I più ricorderanno l’altrettanto celebre film di Frank Capra (girato nel 1941 ma proposto al pubblico solo nel 1944, quando terminarono le rappresentazioni teatrali), che adattò fedelmente il testo originale e diresse un notevole cast di attori tra cui spicca uno straordinario Cary Grant.
Ovviamente, la Guarnieri e la Lazzarini interpretano le folli e simpaticissime sorelle Brewster, scatenate vecchiette omicide per pietà, attorno a cui ruota una storia il cui testo brilla per arguzia e intelligenza. E, sia detto senza retorica alcuna, si dimostrano in splendida forma, malgrado la non più verdissima età. Con la loro presenza, gli sguardi, la postura, dettano i tempi, seguono e guidano abilmente un cast di attori che risultano assai credibili, in particolare Paolo Romano e Luigi Tabita, nei panni dei due nipoti Mortimer e Jonathan, e uno scoppiettante Mimmo Mignemi che interpreta il terzo nipote, Teddy.
La regia dell’esperto Geppy Gleijeses, ispirata ad uno spettacolo allestito anni fa da Mario Monicelli, di cui tra l’altro quest’anno ricorre il decimo anniversario della scomparsa, risulta asciutta e funzionale all’esplosività del registro comico. E, proprio come avvenne negli anni Quaranta, quando gli spettatori americani trovarono nella brillante commedia una pausa dalle angosce del conflitto mondiale in corso, il pubblico di oggi trascorre due ore ridendo di gusto alle battute argute e alla levità di un’opera che conserva intatto il fascino e il garbo del periodo in cui fu scritta.

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