Sudafrica: ritratto di Zuma vandalizzato
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Sudafrica: ritratto di Zuma vandalizzato

Monta la protesta. Il dipinto lo ritraeva con il pene in bella vista e ora i neri accusano i bianchi di razzismo.

Sudafrica: ritratto di Zuma vandalizzato
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30 Maggio 2012 - 14.25


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di Luciana Maci

Non è più solo una questione di arte e cultura: sta diventando un problema politico. Si tratta del quadro esposto di recente in una galleria d’arte di Johannesburg che ritraeva il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, vestito di tutto punto, con lo sguardo da condottiero ma con il pene in bella vista. Titolo: “La Lancia”. Autore: Brett Murray, un artista sudafricano bianco.

Il 22 maggio è avvenuto il fattaccio: due uomini si sono avvicinati senza preavviso al dipinto, uno ha tracciato due x rosse con una bomboletta spray sul pene e sul volto di Zuma, l’altro ha coperto l’intera figura con vernice nera, mentre i sorveglianti tentavano di fermarli. I due, Barend La Grange e Louis Mabokela, l’avrebbero fatto perché ritenevano indecorosa la raffigurazione. Sono stati immediatamente arrestati e il processo inizierà il prossimo 28 giugno.

Già prima di esporre l’opera, Murray aveva cercato di prevenire le polemiche sostenendo che il suo lavoro era “un tentativo di satira umoristica del potere politico e del sistema patriarcale inserito nel contesto delle altre opere in mostra e in generale della realtà sudafricana”. Ma da molti il ritratto è stato letto come una sottolineatura delle vicende familiari del capo di Stato, quantomeno stravaganti agli occhi di un bianco occidentale: Zuma, 70 anni, è stato sposato 6 volte e attualmente ha 4 mogli, come consente la sua cultura zulu. Ha 21 figli e nel 2010 ha ammesso di averne avuto un altro da una donna senza averla sposata. Nel 2006 è stato assolto da accuse di violenza sessuale verso la figlia di un ex compagno di lotta.

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Di fatto il dipinto, alto 1 metro e 85 e del valore di circa 11 mila dollari, ha diviso i sudafricani: l’African National Congress (Anc), partito al governo di cui Zuma è leader, lo ha definito “rozzo, irrispettoso e razzista”. Altri hanno difeso il diritto alla libertà d’espressione dell’artista.

Ieri la tensione è salita ancora fino a sfociare in una manifestazione di piazza. Oltre 2000 persone sono scese in strada a Johannesburg per protestare contro il razzismo che sarebbe celato ne “La Lancia”. “Odio i bianchi ancora di più dopo aver visto quel dipinto” ha detto una manifestante nera. La Goodman Gallery ha deciso di cancellare le immagini del ritratto dal suo sito web (il dipinto stesso era già stato rimosso dopo essere stato vandalizzato) ma la protesta continua a montare grazie anche alla frenetica attività degli attivisti sui social networks.

In realtà il gesto di vandalismo è stata la scintilla che ha fatto scoppiare un dibattito già in atto da tempo nel Paese riguardo alle effettive condizioni dei neri in Sudafrica: vittima per lungo tempo dell’apartheid, questa nazione – grazie anche all’esempio e alla leadership di Nelson Mandela, leader dell’Anc – è riuscita ad emanciparsi, almeno ufficialmente, dalla segregazione razziale. Ma parte della popolazione nera ritiene che i bianchi siano ancora piuttosto insensibili sui temi del razzismo e che le persone di colore siano fondamentalmente trattate come persone di serie B. D’altra parte è vero che Zuma ha suscitato critiche non solo per le vicende strettamente familiari ma anche per la strategia politica considerata da alcuni troppo moderata. Al prossimo congresso dell’Anc lo sfiderà un giovane, Julius Malema, che ha un programma politico più radicale: nazionalizzazione delle miniere, esproprio forzato della terre ai contadini boeri e recupero della lotta contro i bianchi.

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