Parole sante, è davvero il caso di dire. A Gaza “è urgente un cessate il fuoco globale: non ci stiamo accorgendo, o facciamo finta di non vedere, che siamo sull’orlo dell’abisso”. Lo dice in un’intervista esclusiva a La Stampa Papa Francesco.
“Adesso il conflitto si sta drammaticamente allargando – aggiunge -. C’era l’accordo di Oslo, tanto chiaro, con la soluzione dei due Stati. Finché non si applica quell’intesa, la pace vera resta lontana”. Il pontefice teme più di tutto “l’escalation militare”.
Però “allo stesso tempo in questo momento coltivo un po’ di speranza, perché si stanno svolgendo riunioni riservate per tentare di arrivare a un accordo”. Una tregua sarebbe già un buon risultato”. Rispetto al ruolo di mediazione della Chiesa “una figura cruciale è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. È un grande. Si muove bene”. Invece sul fronte Ucraina, il Cardinale Zuppi, “sta attuando una costante e paziente opera diplomatica per mettere da parte le conflittualità e costruire un’atmosfera di riconciliazione”.
Rispetto alle critiche ricevute per aver concesso la benedizione alle coppie gay, “il Vangelo è per santificare tutti – spiega -. Certo, a patto che ci sia la buona volontà. E occorre dare istruzioni precise sulla vita cristiana (sottolineo che non si benedice l’unione, ma le persone)”. Chi protesta “con veemenza appartiene a piccoli gruppi ideologici. Un caso a parte sono gli africani: per loro l’omosessualità è qualcosa di “brutto” dal punto di vista culturale, non la tollerano. Ma in generale, confido che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione “Fiducia supplicans”.
Il Papa comunque non teme uno scisma: “Sempre nella Chiesa ci sono stati gruppetti che manifestavano riflessioni di colore scismatico… – osserva -bisogna lasciarli fare e passare… e guardare avanti”. Le voci di possibili dimissioni per le sue condizioni di salute non lo infastidiscono, perché “è una possibilità per ogni pontefice. Ma adesso non ci penso”. Se e quando “non ce la farò più, inizierò eventualmente a ragionarci. E a pregarci su.
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