Grave preoccupazione per l’impatto umanitario della recente escalation militare nello Yemen e nel Mar Rosso è stata espressa oggi da 26 organizzazioni non governative che operano nello Yemen, alcune delle quali sono state costrette a sospendere le operazioni per motivi di sicurezza dopo i recenti raid Usa e britannici.
Nell’appello congiunto diffuso oggi, le ong hanno ricordato che la crisi umanitaria nello Yemen rimane una delle più gravi al mondo e che l`escalation “non farà altro che peggiorare la situazione dei civili vulnerabili e ostacolare la capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire servizi essenziali”.
“Le 26 organizzazioni firmatarie dell`appello esortano tutti gli attori a dare priorità ai canali diplomatici rispetto alle opzioni militari per allentare la crisi e salvaguardare il progresso degli sforzi di pace nello Yemen – si legge nella nota – i civili e le infrastrutture civili devono essere protetti e deve essere garantita l`erogazione sicura e senza ostacoli dell`assistenza umanitaria. Nel contesto regionale più ampio, si ribadisce anche l`appello per un cessate il fuoco immediato e prolungato a Gaza per salvare vite umane ed evitare ulteriore instabilità in tutta la regione”.
Le ong ricordano che “quasi nove anni di guerra hanno lasciato più di 21 milioni di persone, più di due terzi della popolazione, nel disperato bisogno di cibo, acqua e assistenza salvavita” e che “milioni di yemeniti devono far fronte a diffusi sfollamenti, insicurezza alimentare e accesso limitato ai servizi di base”.