La sindaca di Kherson ottimista: "In primavera libereremo i nostri territori"

Halyna Luhova, si racconta, in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Ragione al videoreporter Francesco Maviglia, entrato in città con minore difficoltà rispetto all'inizio della guerra.

La sindaca di Kherson ottimista: "In primavera libereremo i nostri territori"
Halyna Luhova
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10 Gennaio 2023 - 11.25


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La sindaca di Kherson, Halyna Luhova, si racconta, in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Ragione al videoreporter Francesco Maviglia, entrato in città con minore difficoltà rispetto all’inizio della guerra. Se un tempo i controlli sugli stranieri erano serrati e minuziosi, oggi l’ingresso è più agevole: è forte la sicurezza di un Paese che intravede, a tratti, la luce in fondo al tunnel. Luhova vuole parlare subito della sua città, dove ancora oggi, a due mesi dalla liberazione avvenuta in novembre, una pioggia di missili e bombe cade sui civili che ogni giorno lottano per la sopravvivenza e la libertà.

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«Sono proprio loro – inizia a raccontare su La Ragione il sindaco – le persone coraggiose che riparano tutto, dai cavi elettrici alle forniture idriche. Adesso va meglio: il 90% della popolazione ha l’approvvigionamento idrico, il 70% il riscaldamento e l’80% l’elettricità. All’inizio, però, è stato semplicemente orribile». L’armata di Putin, intanto, resta approssimativa e brutale e finisce per colpire soprattutto i civili. ½Donne, uomini, persone anziane che tentano di vendere prodotti al mercato per sfuggire alla povertà». L’obiettivo dell’invasore – spiega – resta quello di ½costringere quelli che riescono a catturare a dichiararsi partigiani o a fare i nomi di chi conoscono: veterani di operazioni contro i russi o militari dell’esercito ucraino. Li obbligano a parlare per filmarli, torturandoli indipendentemente dalle risposte».

Per un italiano la parola “partigiani” ha un valore enorme. Le chiediamo cosa significhi esserlo oggi in terra ucraina: «Grazie a loro Kherson è sopravvissuta. Sono stati gli occhi e le orecchie dell’esercito, gli attivisti della striscia/nastro gialla. Veniva piazzata ovunque, sotto gli occhi dei russi, per dire: “Kherson è viva, Kherson è ucraina, noi crediamo nell’esercito ucraino”». «Siamo grati agli Usa e a tutti i Paesi che aiutano la nostra nazione a sopravvivere . continua – Che le eventuali, nuove armi in arrivo siano importanti dal punto di vista strategico spetta dirlo ai militari». Nel frattempo aggiunge: «Stiamo aspettando la liberazione della costa sinistra del fiume Dnper. Preghiamo ogni giorno affinché questo avvenga nel più breve tempo possibile. Sono convinta che entro l’anno l’intero territorio ucraino sarà liberato».

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«Negli ultimi quattro giorni, le forze russe e di Wagner hanno compiuto progressi tattici nella piccola città di Soledar nel Donbass e probabilmente hanno il controllo della maggior parte dell’insediamento. Soledar si trova 10 km a nord di Bakhmut, la cui cattura probabilmente continua a essere il principale obiettivo operativo immediato della Russia. L’asse russo a Soledar è molto probabilmente un tentativo di circondare Bakhmut da nord e di interrompere le linee di comunicazione ucraine». Così il ministero della Difesa britannico su Twitter nell’aggiornamento di intelligence. «Parte dei combattimenti – scrive il ministero della Difesa britannico – si è concentrata sugli ingressi ai tunnel delle miniere di sale in disuso, lunghi 200 km, che corrono sotto il distretto. Entrambe le parti sono probabilmente preoccupate che possano essere utilizzati per infiltrarsi dietro le loro linee. Nonostante l’aumento della pressione su Bakhmut, è improbabile che la Russia accerchi la città a breve perché le forze ucraine mantengono linee difensive stabili in profondità e controllano le vie di rifornimento».

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