Trump si schiera con gli assassini: difende il ragazzo che ha ucciso due persone a Kenosha

"Stava cercando di scappare, probabilmente lo avrebbero ucciso". Oggi la visita nella città del Wisconsin teatro degli scontri, ma senza incontrare i parenti di Jacob Blake.

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1 Settembre 2020 - 13.20


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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha difeso le azioni di Kyle Rittenhouse, il 17enne dell’Illinois accusato di aver ucciso due persone martedì scorso durante le proteste a Kenosha, nel Wisconsin, e ha giustificato i gruppi di destra che sabato hanno partecipato agli scontri a Portland (Oregon). “Stiamo valutando le sue azioni – ha risposto a una domanda sul perché non ha condannato l’operato del giovane – ma hai visto anche tu il video e lui stava cercando di scappare da loro (i manifestanti), suppongo, ed è caduto e lo hanno attaccato molto violentemente. Probabilmente lo avrebbero ucciso”.

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Il 17enne è attualmente rinchiuso nella prigione di Lake County e deve affrontare due capi d’accusa per omicidio e uno per tentato omicidio per le sue azioni a Kenosha, durante le proteste per Jacob Blake, l’afroamericano colpito alla schiena da un agente di polizia bianco e ora paralizzato dalla vita in giù.

Nella notte italiana il presidente ha confermato che oggi sarà a Kenosha per un comizio, nonostante gli appelli a non venire lanciati dal governatore dello stato del Midwest e dal sindaco della città. Secondo al Cnn, Trump non incontrerà i familiari di Blake: “Beh, ho parlato con il pastore (della famiglia)… e ho pensato che sarebbe stato meglio non fare nulla dove c’erano avvocati coinvolti”, ha detto Trump. “Volevano che parlassi. Volevano coinvolgere gli avvocati e ho pensato che fosse inappropriato, quindi non l’ho fatto. Ma ho parlato con il pastore della famiglia”, ha aggiunto il presidente. L’addetto stampa della Casa Bianca, Kayleigh McEnany, ha riferito che “attualmente” i piani del presidente “sono di incontrare le forze dell’ordine locali e alcuni imprenditori, e (Trump) esaminerà i danni”.

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Nel corso di una conferenza stampa, il presidente si è detto “pronto a schierare gli uomini della Guardia Nazionale” per “garantire l’ordine nelle nostre città”. “C’è una guerra contro le forze dell’ordine. I democratici hanno perso il controllo e sono in mano alla sinistra radicale, alla criminalità, e i loro sindaci si rifiutano di mettere i rivoltosi in carcere. Invece quello che serve è tolleranza zero contro l’anarchia e la violenza, quello di cui abbiamo bisogno è ordine, altrimenti la democrazia è morta”.
Un video mostra Rittenhouse correre in un parcheggio a Kenosha, inseguito da un uomo bianco di 36 anni identificato come Joseph Rosenbaum, che ha lanciato quello che sembra essere un sacchetto di plastica ma non è riuscito a colpire l’adolescente, che in seguito gli ha sparato almeno cinque volte e lo ha ucciso. La caduta cui fa riferimento Trump sembra essere quella registrata in un altro filmato, quando Rittenhouse stava fuggendo mentre i manifestanti chiedevano il suo arresto perché aveva sparato a Rosenbaum. A quel punto l’adolescente è caduto e ha poi puntato il fucile contro coloro che lo stavano inseguendo, che hanno cercato di disarmarlo. Uno dei manifestanti, il 26enne bianco Anthony Huber, ha cercato di colpire Rittenhouse con lo skateboard per prendergli la pistola, ma l’adolescente gli ha sparato al petto e lo ha ucciso; poi il 17enne ha ferito al braccio un terzo manifestante, Gaige Grosskreutz, che secondo i documenti del tribunale portava una pistola. Gli avvocati di Rittenhouse insistono sul fatto che l’adolescente, che è un sostenitore di Trump e ha partecipato a una delle sue manifestazioni a gennaio, ha agito per legittima difesa.

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