Mark Rutte sta remando contro l’Italia, e questo è innegabile. Ma una cosa giusta l’ha detta: l’Unione Europea non può dare soldi a quei paesi che non rispettano le libertà civili. Ovviamente, l’Ungheria di Viktor Orban si è sentita chiamata in causa e proprio Orban ha dichiarato: “Vengo da un paese ex comunista. Come funzionava durante il comunismo? Quando i comunisti volevano attaccare, anche me personalmente, utilizzavano termini legali non chiari, esattamente gli stessi che vengono usati nella proposta del premier olandese”.
Rutte “non se ne rende conto ma sono esattamente gli stessi termini. Parla di insufficienze generali (general deficiencies). Ma che vuol dire? Nel paper usa il termine ‘non è necessario trasgredire la legge o compiere un reato se ci sta il rischio’. Esattamente come durante il comunismo. Queste persone, che hanno ereditato libertà, stato di diritto e democrazia non hanno alcuna esperienza di cosa abbiamo passato noi – si è sfogato Orban – che abbiamo dovuto lottare personalmente” per questi diritti.
Diritti che però Orban non esita a togliere a chi gli si oppone politicamente oppure a membri della comunità Lgbt, come le persone trans vittime del suo primo decreto quando si è fatto conferire pieni poteri dal Parlamento ungherese.
"Niente soldi a chi viola le libertà civili": Orbán scatta all'unica proposta giusta di Rutte: "Parla come un comunista"
Ovviamente nell'Ungheria di Orban dove il premier colpisce regolarmente le libertà civili dei cittadini questa proposta non può essere accettata

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globalist Modifica articolo
19 Luglio 2020 - 16.55
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