Un paese difeso dall’Unione Europea, anche se la presenza di neo-nazisti e ultranazionalisti dovrebbe essere vista con preoccupazione e Bruxelles dovrebbe chiederne conto alle autorità di Kiev che sono fin troppo conniventi.
Potrà inviare suoi osservatori alle elezioni presidenziali in Ucraina del 31 marzo Milizia nazionale, una formazione ultranazionalista con radici nel battaglione Azov che combatte nel Donbass (riassorbito come le altre formazioni di volontari nelle forze ucraine solo formalmente), milizia che gode di scarso sostegno dell’opinione pubblica ma ha gli appoggi politici necessari per evitare procedimenti giudiziari per le diverse azioni contro campi rom e minoranze.
La Commissione elettorale centrale ha autorizzato i componenti di Milizia Nazionale a fare gli osservatori.
“Se le forze di sicurezza faranno finta di non accorgersi di violazioni flagranti e non vorranno documentarle, seguiremo le istruzioni del comandante Ihor Mikhailenko”, ha dichiarato il portavoce, della Milizia Ihor Vdovin, dopo che Mikhailenko aveva anticipato che “se sarà dare un pugno in faccia a qualcuno in nome della giustizia, lo faremo senza esitare”.
La commissione elettorale si è limitata a ricordare che la violenza è inammissibile. Il ministro degli Interni Arsen Avakov ha dichiarato che “qualsiasi tentativo di intervenire nel processo elettorale “sarà soppresso in modo fermo e se necessario duramente” e ricordato che l’uso della forza è una prerogativa riservata alle forze dell’ordine. Ma nessuno ha revocato l’autorizzazione.