Disastro Fukushima, l'Onu: "radiazioni ancora alte, stop al rientro dei residenti"

Le Nazioni Unite accusano il Giappone per il processo accelerato di bonifica dell'area dell'incidente nucleare del 2011: "Tokyo deve interrompere il programma di rientro delle donne e dei bambini sfollati nelle zone disastrate"

Un'immagine delle esplosioni nella centrale nucleare di Fukushima
Un'immagine delle esplosioni nella centrale nucleare di Fukushima
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26 Ottobre 2018 - 08.12


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Il livello delle radiazioni è ancora alto, per questo il governo giapponese deve interrompere il programma di rientro delle donne e dei bambini sfollati nelle zone del disastro nucleare di Fukushima.
E’ quanto sostiene un rapporto dell’Onu sull’inquinamento dell’aria nella regione della centrale atomica giapponese dove si verificarono 4 esplosioni a seguito del terremoto e maremoto dell’11 marzo 2011.
Nel rapporto l’Onu critica apertamente la decisione del governo di Tokyo circa la graduale rimozione degli ordini di evacuazione da gran parte dei luoghi colpiti dal disastro ambientale, assieme al progetto di reintegrazione dei residenti nei prossimi 5 anni nelle aree maggiormente contaminate.
L’autore della relazione, Baskut Tuncak, sostiene inoltre che “il progressivo alleggerimento degli ordini di evacuazione ha creato enormi pressioni sulle persone le cui vite sono state già messe in subbuglio dalla catastrofe. Molti di loro interpretano la decisione del governo come una forzatura”.
I principali timori riguardano i luoghi in cui i livelli di radiazione superano 1 millisievert all’anno, un livello che precedentemente le autorità giapponesi consideravano come limite massimo per le persone più vulnerabili, come i bambini e le donne in età riproduttiva.
Un delegato della missione giapponese nelle sede delle Nazioni Unite di Ginevra ha definito la relazione come poco obiettiva, accusando il rapporto di divulgare informazioni che non corrispondono al vero.
All’indomani dell’incidente nucleare di Fukushima il governo giapponese ha incrementato il valore di tolleranza alle radiazioni a 20 millisieverts, sollevando le preoccupazioni sullo stato di salute dei residenti. Lo scorso agosto lo stesso Tuncak e due attivisti all’interno delle Nazioni Unite avevano apertamente accusato Tokyo di “mettere a repentaglio la vita di decine di migliaia di lavoratori” impegnati nel programma di bonifica dell’impianto atomico di Fukushima. Un’accusa che il governo giapponese ha giudicato priva di fondamento.

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