Raqqa, curdi e arabi insieme per liberare la città dall'Isis

Offensiva delle forze curde e arabe, coadiuvate dagli Usa, per liberare quella che è considerata da più di due anni la capiale dello Stato Islamico.

Le strade di Raqqa, occupate dai miliziani dell'Isis
Le strade di Raqqa, occupate dai miliziani dell'Isis
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27 Maggio 2016 - 22.07


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25mila combattenti curdi e 5mila arabi stanno cercando di liberare Raqqa dall’Isis. Con l’assistenza delle forze speciali Usa e l’aviazione della coalizione sempre a guifda americana, è in corso un’operazione militare nel Rojava contro i jihadisti dello Stato Islamico. L’obiettivo è liberare la città siriana che da più di 2 anni è considerata la capitale del Califfato nero. Secondo quanto riportato dall’agenzia France Presse, uomini delle forze speciali americane, pur non partecipando ai combattimenti, stanno fornendo assistenza ai combattenti curdi dell’Ypg e Ypj e ai  combattenti arabi. Fonti del governo federale del Rojava hanno affermato che, dopo la liberazione dall’Isis, anche Raqqa entrerà a fare parte della federazione del Rojava adottando il sistema politico del confederalismo democratico già utilizzato nei cantoni curdi di Kobane, Jazira e Afrin.

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Nel frattempo lo Stato islamico ha lanciato una grande offensiva nella provincia di Aleppo nel nord della Siria per prendere il controllo di cinque città attualmente occupate dai ribelli. Le operazioni sono vicine al confine turco. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha precisato l’Isis ha occupato le città di Kafr Kalbin, Niara, Barisha, Yabrin e Kalyabrin, in prossimità della città di Azaz, al confine con il territorio turco. L’offensiva jihadista potrebbe mettere in pericolo di vita e oltre 100.000 persone rifugiate nei campi improvvisati vicino alla frontiera turca, chiusa dalle autorità di Ankara ormai da molti mesi.

Una situazione quest’ultima delle frontiere chiuse che sta alimentando la polemica tra Washington e Ankara: il ministro egli esteri turco Mevlut Cavusoglu è infatti intervenuto oggi per puntualizzare che la presenza di soldati delle forze speciali Usa con insegne dei curdi-siriani dell’Ypg è “inaccettabile” per la Turchia e costituisce “un doppio standard e un’ipocrisia” di “un paese alleato”. Infatti la Turchia considera da sempre l’Ypg un’organizzazione terroristica e non un alleato, come invece è visto dagli Usa. Il Pentagono aveva precisato che le forze speciali “non sono in prima linea” e il loro ruolo è quello di consigliare e assistere le forze democratiche siriane, guidate proprio dai curdi.

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