Sparano ad un 18enne e poi celebrano l’accaduto e deridono la vittima. Succede a Hebron dove alcuni soldati israeliani, hanno sparato alle gambe di un giovane manifestante, anche se questo non rappresentava un pericolo per sé e per gli altri. Così mentre i militari ridevano e si complimentavano con l’autore del gesto, il giovane veniva trasportato d’urgenza nell’ospedale più vicino, dove è stato sottoposto ad un’operazione chirurgica. I fatti risalgono al 9 agosto, ma non si tratta di un caso isolata: qualche settimana fa un uomo di 40 anni era stato ucciso da un cecchino israeliano, senza alcun motivo apparente.
Secondo l’ articolo 147 della Quarta Convenzione di Ginevra , si tratta di gravi violazioni contro le persone protette, come i palestinesi, non giustificata da necessità militari ed effettuate intenzionalmente e arbitrariamente, causando grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute. L’intervento è possibile soltanto in caso di pericolo mortale.
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