Mosca: gli Usa fermino il blitz di Kiev

Prosegue l'offensiva di Kiev.Sud-est in fiamme: è scoppiata la guerra civile. Numerose le vittime e i feriti. Arriva l'appello di Lavrov a Kerry: basta con le violenze.

Mosca: gli Usa fermino il blitz di Kiev
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3 Maggio 2014 - 17.38


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La tensione tra il governo di Kiev e i separatisti filosrussi nell’est dell’Ucraina ormai è sempre più alta e la situazione è incontrollabile. In una telefonata con il segretario di Stato Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ha invitato gli Usa “ad usare tutta la loro influenza per costringere” Kiev “a cessare immediatamente le azioni belliche nelle regioni sud-orientali ucraine, a ritirare le truppe e a liberare i partecipanti alle manifestazioni di protesta”.

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Ancora sangue nel sud-est: è scoppiata la guerra civile – Il ministro dell’Interno Arsen Avakov ha detto che la «fase attiva dell’operazione è ripresa all’alba» con attacchi nella zona della cittadina di Kramatorsk, che si trova vicino a Sloviansk, roccaforte dei separatisti. Avakov ha spiegato che oggi per forze ucraine hanno ripreso il controllo del ripetitore del segnale tv di Kramatorsk. «Non ci fermeremo», ha aggiunto in un messaggio sul suo profilo Facebook.

Duri scontri anche a sud, a Odessa, dove la polizia non è riuscita ad evitare il peggio tra alcune centinaia di filorussi e 1500 manifestanti a favore dell’unità ucraina: 38 persone sono morte nell’incendio dell’edificio della Casa dei sindacati, appiccato dalle frange piu’ radicali dei filo Kiev nell’edificio in cui si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri in citta’ nei quali erano decedute quattro persone e che avevano scatenato una vera e propria ‘caccia’ ai filorussi. Il bilancio finale è di 42 morti e 125 feriti, tra cui 21 poliziotti. Le autorità cittadine hanno dichiarato tre giorni di lutto cittadino, da oggi ai 5 maggio. Mosca ha accusato Kiev e l’Occidente di “complicità” nella strage, secondo il governo ucraino invece c’è la mano di “sabotatori coordinati dalla Russia”. Intanto la polizia ha arrestato 172 persone.

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Russia: assurdo parlare di elezioni in Ucraina – In questa situazione, il Cremlino ha definito “assurdo” parlare di elezioni in Ucraina, sia i referendum separatisti indetti per l’11 marzo sia le presidenziali con cui Kiev vorrebbe legittimare il Maidan. “Dopo quello che è successo a Odessa, sullo sfondo dell’aperta spirale di conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev, le capitali europee e Washington”, ha sottolineato Dmitri Peskov, portavoce di Putin, aggiungendo che Mosca ha perso effettivamente la sua influenza sulle forze di autodifesa del sud-est ucraino e non può risolvere la situazione da sola. Mosca non sa ancora come rispondere alla crescente violenza in Ucraina, questo elemento è assolutamente nuovo per la Russia, ha concluso.

Cremlino: perso controllo su gruppi autodifesa – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che coloro che considerano legittima la “giunta” di Kiev sono da considerare corresponsabili del massacro nella Casa dei Sindacati, a Odessa. Inoltre ha riferito che il Cremlino ha perso il controllo sui gruppi di “autodifesa” operanti nel sud-est del paese e dunque non può risolvere la crisi da solo. Peskov ha ribadito che il governo russo è profondamente preoccupato per “l’approvazione” da parte dell’Occidente dell'”operazione punitiva” di Kiev nell’est dell’Ucraina; ha sottolineato che l’idea di tenere elezioni presidenziali il 25 maggio in Ucraina è “assurda” considerata la spirale di violenza che si sta propagando nel sud e nell’est dell’Ucraina.

Liberi gli osservatori dell’Osce – Intanto a Sloviansk gli osservatori militari dell’Osce sono stati liberati, ha reso noto Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel sud-est ucraino, citato dalla tv Russia Today. Il 25 aprile i filorussi avevano preso in ostaggio 12 persone, di cui 8 osservatori militari dell’Osce e quattro militari ucraini che li accompagnavano. Uno degli osservatori, quello svedese, era già stato rilasciato per motivi di salute.

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Tensione al Consiglio Onu tra Russia e paesi occidentali – Tensione alta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tra la Russia, che continua a puntare il dito contro Kiev, e i paesi occidentali che provano a difendere le posizioni delle nuove autorità ucraine. La Russia ha chiesto oggi davanti al Consiglio Onu che Kiev “ponga fine alle operazioni punitive” nell’Ucraina orientale, mentre gli Occidentali hanno provato a loro volta ad addossare su Mosca la responsabilità dell’escalation della tensione nella regione. “Chiediamo a Kiev e ai suoi sostenitori (occidentali, ndr) di non commettere un errore fatale e considerare le conseguenze delle loro azioni”, ha detto l’ambasciatore russo Vitali Churkin, che oggi aveva richiesto una riunione di emergenza del Consiglio Onu.

Le autorità di Kiev, ha insistito, “devono rapidamente porre fine a tutte le loro operazioni punitive” contro gli insorti che hanno preso il controllo di edifici pubblici in diverse città dell’est del paese.

Ma secondo l’ambasciatore francese Gérard Araud, “è la Russia a dover fare marcia indietro”, mentre “l’Ucraina sta provando a ristabilire la propria sovranità violata”. Da parte sua, l’ambasciatrice americana Samantha Power ha spiegato che il governo ucraino “sta tentando di contenere una violenza paramilitare sostenuta dalla Russia per garantire la sicurezza dei cittadini ucraini”. “La loro risposta è ragionevole, proporzionata ed è francamente quello che farebbe qualsiasi paese” in tali circostanze, ha commentato.

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