Nazista assolto: Serbia e Israele protestano contro l'Ungheria

Sandor Kepiro era accusato della strage di Novi Sad dove furono massacrati centinaia di serbi ed ebrei. Ma sul Danubio c'è la rinascita di xenofobia e nostalgie fasciste.

Sandor Kepiro
Sandor Kepiro
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24 Luglio 2011 - 16.27


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Per Ephraim Zuroff, responsabile del Centro che porta il nome di Simon Wiesenthal, l’uomo che ha dedicato la vita alla caccia ai criminali nazisti, l’assoluzione in primo grado avvenuta a Budapest di Sandor Kepiro, 97 anni, accusato della morte di numerose persone nel 1942 in Jugoslavia, è un vero e proprio scandalo.
Il duro commento giunto da Gerusalemme si riferisce a una figura che, secondo quanto afferma Zuroff, è al primo posto nella lista dei criminali di guerra nazisti superstiti redatta dal Centro Wiesenthal. Gli episodi criminosi dei quali è accusato Kepiro, sono avvenuti nel corso dell’invasione nazifascista dell’ex Jugoslavia. Le truppe ungheresi aderirono all’iniziativa di Hitler malgrado il patto di amicizia siglato da Budapest e Belgrado il 12 dicembre del 1940. La decisione di Budapest di partecipare all’aggressione portò al suicidio dell’allora primo ministro Teleki che aveva promosso l’accordo con la Jugoslavia. Kepiro è sospettato di aver coordinato la strage di almeno 1.200 persone fra serbi ed ebrei. Il caso è stato riaperto nel 2006 grazie all’impegno del Centro Wiesenthal e all’invio da parte dell’organizzazione di copiosa documentazione e informazioni aggiornate su quanto allora accaduto.
I crimini sono stati commessi nel gennaio del 1942 in soli due giorni. Kepiro sostiene di essere innocente ed è stato assolto solo grazie a una serie di questioni procedurali. L’episodio è stato criticato anche da Belgrado ma l’assoluzione potrebbe essere rivista in seconda istanza. Sorpresa e disapprovazione anche da parte di Vladimir Vukčević, procuratore serbo per i crimini di guerra secondo il quale questa assoluzione manda un messaggio negativo all’opinione pubblica. Vukčević ha aggiunto di aver creduto che si giungesse a una condanna per rispetto delle vittime e per render loro giustizia ed espresso il suo sdegno per gli applausi con i quali è stata accolto, nell’aula del Tribunale di Budapest, il verdetto di assoluzione.
Il capo della comunità ebraica in Serbia, Aleksandar Nečak, citato dall’agenzia Tanjug, non si è detto sorpreso della sentenza dal momento che essa è stata espressa in un paese dove, ha precisato, un gran numero di voti va a un partito filofascista e dove sono chiari i segnali di crescita del numero dei neonazisti.

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