La Russia entra nel mondo della finanza islamica

Per la prima volta nella storia della Federazione verranno emesse obbligazioni conformi ai dettami della shari’a, volte a stimolare il settore finanziario del Paese

La Russia entra nel mondo della finanza islamica
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12 Giugno 2011 - 12.53


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A partire dal mese di giugno, la Russia compirà il primo passo per l’ingresso nel sistema economico islamico con l’emissione di sukuk, un tipo di obbligazioni permesse dalla regolamentazione finanziaria della shari’a. La regione principalmente interessata è quella del Volga, con la Repubblica del Tatarstan a maggioranza musulmana, che spera così di attirare finanziamenti stranieri. “La Russia può essere un campo di investimento interessante per i Paesi arabi” ha dichiarato Linar Yakupov, uno dei finanziatori del progetto, “ma finora le banche islamiche non hanno potuto lavorare nel territorio a causa di una legislazione che non prevedeva le restrizioni coraniche”.

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L’Islam proibisce il prestito o il pagamento a interesse e i sukuk (plurale della parola sakk, che significa ‘azione’) non sono basati sul debito come le normali obbligazioni. Acquistando sukuk, l’investitore si assicura il possesso parziale di un bene concreto, come un immobile o un terreno, e i guadagni sono garantiti dalla rendita dello stesso. I primi sukuk della regione verranno emessi il 20 giugno prossimo per finanziare la costruzione del maggiore centro affari della città, la cui spesa ammonterà a duecento milioni di dollari. “I sukuk sono garantiti dal governo del Tatarstan mentre l’impresa è situata in Lussemburgo. Ha spiegato Yacupov: “D’altra parte, sappiamo che il mercato internazionale è pronto a comprare”. Tra gli investitori figurano la Banca Islamica per lo Sviluppo di Jeddah e varie banche mediorientali, malesi e russe.

Il Ministero delle Finanze russo supporta l’emissione di sukuk, pur sottolineando che i capitali arabi sono presenti nel Paese già da tempo. Elnour Gurbanov, analista della grande agenzia di consulenza Deloitte, afferma che l’iniziativa “contribuirà all’attrazione di capitale arabo esclusivamente a lungo termine, poiché il processo di incorporamento del sistema dei sukuk nella legislazione richiederà tempo.

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La Repubblica del Tatarstan ha sempre mantenuto rapporti privilegiati con il Medio Oriente e il Sud-Est asiatico e si è distinta per aver conservato il suo orgoglio identitario, seppure le istanze indipendentiste che caratterizzarono la regione all’epoca dello smembramento dell’URSS si siano ormai esaurite.

La Russia sente da anni l’urgenza di creare i presupposti all’introduzione di un sistema finanziario islamico al pari di Francia, Gran Bretagna e Lussemburgo, e secondo il presidente del Tatarstan Rustam Minnikhanov la presenza di banche islamiche nel Paese è “possibile e addirittura necessaria”, come ha dichiarato agli investitori riunitisi a Dubai lo scorso maggio. Tuttavia a Mosca le autorità federali mostrano una maggiore cautela poiché “non esiste alcuna legge o disegno di legge che regoli la finanza islamica e, data la negligenza nell’analisi della materia da parte delle autorità, non sarà possibile realizzare il progetto prima di due o tre anni”, secondo l’opinione di Oleg Ivanov, vice-presidente dell’Associazione Bancaria Regionale Russa.

L’associazione di Ivanov ha tentato invano di includere il programma all’interno della strategia di sviluppo finanziario del Paese previsto per il 2015, sottoscritto due mesi fa, ma è mancato l’appoggio del governo. Notando che il patrimonio delle banche islamiche ammonta a mille miliardi di dollari, Ivanov ha però concluso che l’importazione di un sistema di obbligazioni conforme alla legge islamica sarà in definitiva positivo per il Paese e per lo sviluppo dell’intero settore finanziario della regione.

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