Quando suonare diventa un gioco: l’eredità di Paolo Bontempi

Dalle pianole ai giocattoli-strumento, il visionario imprenditore trasformò un sogno elitario in un’esperienza per i bambini di tutto il mondo, lasciando un’eredità culturale che continua a suonare.

Una tastierina Bontempi - (Dal profilo Facebook dell'azienda)
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27 Dicembre 2025 - 15.08 Culture


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Per generazioni, il nome Bontempi ha significato una cosa sola: la magia di poter fare musica, anche senza essere professionisti. Dietro a quell’idea apparentemente giocosa c’era la visione di Paolo Bontempi, capace di trasformare il gioco in scoperta, e di far coincidere l’infanzia con il primo incontro — spesso decisivo — con il mondo delle note. Dagli anni ‘70 in avanti le sue creazioni sono entrate nelle case italiane trasformando quella che era una realtà riservata a pochi in un’esperienza alla portata anche dei più piccoli.

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Dalla pianola, la sperimentazione si estese a quasi tutti gli strumenti e il marchio Bontempi divenne il simbolo della sperimentazione e il probabile punto di inizio di tanti futuri musicisti. Punto di svolta nella diffusione furono sicuramente le collaborazioni con marchi come Walt Disney, Warner Bros e Barbie, che permisero di tematizzare gli strumenti con i volti e le storie simbolo del mondo dell’animazione.

Il legame con la musica lo aveva ereditato dal padre, Egisto, che aprì una piccola bottega di fisarmoniche dove Paolo crebbe. Il genio fu nel trasformare questi strumenti in giocattoli; e così nacque l’attività che presto iniziò a espandersi, prima in Italia con gli stabilimenti a Potenza Picena, Martinsicuro e San Claudio di Corridonia, poi all’estero. Importantissima fu anche la sede in Abruzzo dedicata allo sviluppo e la produzione di materie plastiche che divenne un punto di riferimento industriale e formativo a livello mondiale. 

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“Paolo Bontempi ci ha lasciato a ridosso del Natale – ricorda la sindaca di Potenza Picena, Noemi Tartabini, comune dove ha sede storica l’azienda Bontempi – Una ricorrenza che ha contribuito a rendere speciale, mettendo sotto l’albero la passione per la musica a migliaia di bambini. Grazie a lui, la nostra città è diventata un centro produttivo e culturale di eccellenza per il mondo musicale”.

Oggi, mentre si ricorda la sua figura, resta evidente quanto profonda sia stata l’impronta lasciata da Paolo Bontempi: non solo un’industria fiorente e un marchio conosciuto nel mondo, ma soprattutto un modo nuovo di avvicinarsi alla musica, libero, curioso e inclusivo. In un’epoca dominata dalle tecnologie digitali, il suo messaggio continua a risuonare: la musica è un linguaggio universale, e se messa nelle mani dei bambini può diventare il primo passo verso la creatività, la passione e, per molti, una vera vocazione.

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