La direttiva Ue sull’anticorruzione è stata bocciata dal centrodestra in Commissione per le Politiche Ue della Camera. Secondo il relatore di Fratelli d’Italia, Antonio Giordano, infatti, tale direttiva “risulterebbe palesemente in contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità”. La decisione della maggioranza ha scatenato dure proteste da parte dell’opposizione.
“Incredibile il voto contrario della destra, in Commissione Politiche Ue alla Camera, rispetto alla proposta di direttiva europea sulla lotta contro la corruzione”. Lo dice Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
“Nel giorno della commemorazione di Paolo Borsellino, vittima della strage di Via D’Amelio insieme agli agenti della scorta, la destra vota un parere motivato in cui contesta la necessità, l’opportunità, il valore aggiunto e le scelte di merito elaborate dalla Commissione, lanciando un segnale devastante di lassismo e indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità in Italia e in Europa”, aggiunge De Luca.
«La proposta di direttiva europea approvata dalla Commissione europea -che la commissione Affari europei della Camera dei deputati ha rigettato anche con il voto di Azione- arriva al punto di prevedere sanzioni penali non solo per l’abuso d’ufficio nel settore pubblico, ma anche per il settore privato in caso di `esecuzione´ o `omissione di un atto, in violazione di un dovere, da parte di una persona che svolge a qualsiasi titolo funzioni direttive o lavorative per un’entità del settore privato nell’ambito di attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o commerciali al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per un terzo´. Una follia allo stato puro». Lo dice il deputato di Azione Enrico Costa.
«Questa direttiva sarebbe contrastante con la Convenzione di Merida, a sua volta sottoscritta e ratificata sia dall’Unione sia dai suoi Stati membri, che prevede un’incriminazione meramente facoltativa per quanto riguarda l’abuso d’ufficio, la corruzione nel settore privato, e l’arricchimento illecito nonché altre fattispecie disciplinate dalla proposta della Commissione europea. È quindi difficilmente giustificabile un simile intervento che potrebbe alimentare il rischio di realizzare squilibri non trascurabili in termini di proporzionalità del sistema», aggiunge Costa.
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