Salvini in uno dei suoi numerosi travestimenti ora vuole fare il liberale

Da comunista padano a antimeridionale a nazionalista ad anti sistema, dopo la sconfitta alle Regionali Capitan Nutella cerca di cambiare di nuovo pelle.

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8 Ottobre 2020 - 08.40


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Se non ci fossero le sorti del Paese in gioco, verrebbe da sorridere per l’ennesimo travestimento (politico) di Salvini. Da comunista padano, a antimeridionale, a nazionalista, ad anti sistema, dopo la sconfitta alle Regionali Capitan Nutella cerca di cambiare di nuovo pelle.
Dopo i risultati infatti delle Regionali e delle Comunali, la prima riflessione è che “dobbiamo allargare. Ora il nostro sguardo è rivolto alle elezioni che la prossima primavera si terranno nelle principali città italiane, da Milano a Roma, da Napoli a Torino”. Lo dice il segretario della Lega Matteo Salvini in un’intervista a “Il Corriere della Sera”.

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“Vanno allargati i confini del nostro perimetro politico coinvolgendo imprenditori e professionisti. Ho in testa un modello preciso – spiega – quello delle Marche. Dove il centrodestra ha vinto dopo 50 anni e la Lega è diventata il primo partito in Consiglio regionale”. Salvini vuole “una Lega più presente nei mondi esterni alla politica” e nei capoluoghi.

Con Giorgetti “abbiamo fatto una bella chiacchierata”. Insieme incontreranno la prossima settimana “i nostri parlamentari europei perché sul tavolo ci sono dossier importanti su cui vogliamo far valere il nostro peso”. Salvini non considera Giorgetti un antagonista: “Sono montature giornalistiche. Lo stimo molto e, come con Zaia, mi ci confronto spesso”. È chiaro che “prima o poi torneremo al governo e per allora dovremo avere solide alleanze europee. Ci stiamo lavorando”, riservatamente “ci sono interlocuzioni ad alti livelli”. Anche se “non è chiaro dove andrà il Ppe. Se va a sinistra non mi interessa, se si sposta sulle posizioni di Orban avvio il dialogo”.

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Il centrodestra deve “ascoltare e coinvolgere. Nella partita delle grandi città vogliamo vincere ovunque”. Per Salvini c’è la “necessità di una rivoluzione liberale. Abbiamo bisogno di liberare energie, di sfruttare le potenzialità degli italiani. E non pretendo di essere da solo in questo impegno. Sto lavorando anche con FI”. Modificare i decreti Sicurezza ”è stato un errore, un passo indietro pericoloso perché si torna a dare speranze all′80% dei richiedenti asilo che non scappano da alcuna guerra. Torneremo al business dell’immigrazione clandestina”. In tempi di virus da parte del governo “sarebbe più opportuno costruire, ma questi sono tenuti insieme solo dall’antisalvinismo”, conclude.

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