Liliana Segre attacca Salvini: "Per lui il razzismo è un'opinione?"

“Molti senatori astenuti poi sono venuti a stringermi la mano”, ha aggiunto la senatrice.

Liliana Segre
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1 Novembre 2019 - 09.50


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“Il mio era un appello etico che parlava alle coscienze, alle anime e ai cervelli dell’intero ceto politico italiano, senza distinzione tra destra e sinistra. Davo per scontato che il Senato della Repubblica l’avrebbe accolto come si accoglie un principio fondamentale di civiltà. Il mio sentimento davanti alle astensioni? Stupore”. Lo dice la senatrice a vita Liliana Segre, intervistata da Repubblica sulla Commissione da lei proposta.

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“Ma la mia sorpresa più grande – rileva – è stata la citazione di Orwell fatta da Salvini, quando ha paragonato la commissione all’organo d’uno Stato di polizia per l’imposizione del pensiero unico”. Secondo lei, il razzismo è una cosa su cui si può discutere? “No, avendolo provato sulla mia pelle – risponde -. Pensavo che sulle discriminazioni razziali non ci fossero margini per i distinguo. Ma evidentemente i tempi sono cambiati”.

E a Salvini e Meloni replica che “il ‘nazionalismo aggressivo’ è cosa diversa dal patriottismo. Posso ben dirlo io che amo moltissimo il mio paese ma ho patito le conseguenze del nazionalismo praticato dal fascismo”.

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Intervistata anche da La Stampa, Segre sottolinea: “Credo che sia stata una specie di parola d’ordine alla quale tutto il gruppo di destra ha deciso di adeguarsi, astenendosi. Personalmente tanti di loro magari non si sarebbero astenuti e sono venuti a manifestarmelo, incredibile” e “quando poi la mozione è passata, molti, ma davvero tanti, si sono alzati ad applaudire”. “Molti senatori astenuti poi sono venuti a stringermi la mano”, ha aggiunto la senatrice.

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