Ora gli oliatori seriali non potranno che ululare ancora: per l’aggravante dell’odio razziale è “irrilevante l’esplicita manifestazione di superiorità razziale” e può essere applicata anche nel caso di espressione generiche di disprezzo verso gli stranieri come “che venite a fare qua… Dovete andare via”.
Lo precisa la Cassazione che ha confermato l’aggravante della finalità di discriminazione razziale, e il relativo aumento di pena, a un 40enne, accusato di lesioni, in concorso con un’altra persona. L’uomo chiedeva una riduzione della pena, sostenendo che le affermazioni a lui attribuite dai testimoni fossero generiche e non richiamassero a una presunta superiorità della razza. Ma, ricorda la quinta sezione penale della Cassazione, l’aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso “non ricorre solo quando l’espressione riconduca alla manifestazione di un pregiudizio nel senso dell’inferiorità della razza” ma anche quando la condotta “risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all’esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio etnico”.
Frasi di questo tipo, osserva la Corte, sono “chiaramente espressive della volontà che le persone offese e gli altri cittadini extracomunitari presenti ai fatti lasciassero il territorio italiano a cagione della loro identità razziale”. Anche il fatto che i due si fossero dati appuntamento presso un circolo frequentato da stranieri è stato considerato, assieme alla frasi pronunciate, indicativo della volontà di “diffondere odio verso la presenza nel Paese di soggetti appartenenti ad altra etnia.Ieri Slavini ha replicato così alla sentenza.
Andate via, andate via, andate via!!! https://t.co/aJ5rZClJ0z
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 12 luglio 2018
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