Pd, il giorno delle primarie

Si vota fino alle 20 di questa sera in 9000 seggi in tutta Italia. Matteo Renzi parte come favorito su Giuseppe Civati e Gianni Cuperlo. Sfida all'affluenza.

Pd, il giorno delle primarie
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8 Dicembre 2013 - 10.07


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È arrivato il giorno tanto atteso dalla politica del Bel Paese, il giorno in cui si decide chi sarà il nuovo segretario del Partito Democratico. Sono 9mila i seggi e gazebo che rimarranno aperti fino alle 20 per decidere chi tra Giuseppe Civati, Gianni Cuperlo e Matteo Renzi dovrà guidare il partito. E se il candidato favorito pare essere il sindaco di Firenze sulle primarie pesa l’incognita affluenza.

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[url”LEGGI QUI COME SI VOTA ALLE PRIMARIE DEL PD”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=52094&typeb=0&Primarie-del-Pd-ecco-COME-SI-VOTA[/url]

I democratici potrebbero avere un nuovo segretario se uno tra i candidati supererà il quorum del 50%. Forti del ripensamento di Prodi, i tre cercano di scongiurare il flop annunciato, prevedendo 2 milioni di partecipanti.

Code in Sicilia: buona affluenza – In molti dei 442 gazebo siciliani dove si vota per le primarie del Pd già dopo l’apertura, alle 8, si sono formate file di persone che attendevano di votare. A Palermo, dove sono montati 30 gazebo, nella postazione più centrale in piazza Politeama alle 10, circa 100 persone, tra cui molti giovani, erano in fila col documento in mano in attesa del proprio turno. Il voto siciliano è importante anche per un assestamento interno al partito, in vista della successione dell’attuale segretario Giuseppe Lupo. L’obiettivo dei dirigenti Pd siciliani è raggiungere quota centomila votanti

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Buona affluenza anche in Campania
– Urne aperte dalle 8 anche in Campania, per le primarie del Pd, con code ai seggi segnalate soprattutto nei comuni della provincia di Napoli e in alcuni quartieri del capoluogo partenopeo come il Vomero. Buona in generale l’affluenza in tutta la regione. Stando ai primi dati disponibili sull’affluenza nei 650 seggi allestiti in Campania, il partito stima che nella sola provincia di Napoli alla fine saranno oltre 100 mila gli elettori, ben oltre gli 87 mila che nel novembre del 2012 espressero la loro preferenza in occasione delle ultime primarie di coalizione per la scelta del candidato premier, e superiori anche alla soglia degli 85 mila votanti fissata come obiettivo alla vigilia. Al momento, dalla commissione regionale istituita dal partito non vengono segnalati particolari problemi nello svolgimento del voto.

A Roma e Lazio lunghe file – File ai gazebo e nei circoli del Pd di Roma e del Lazio. Alle 8 gli oltre 3.600 volontari hanno aperto in tutte le province i 670 seggi, e già dalle prime ore del mattino sono lunghe le file per votare il prossimo leader del Pd. A Roma città i seggi sono 225, di cui 70 gazebo, con 1.200 volontari impegnati.

Molise: commissione nega seggi in nove Comuni, proteste – Almeno una decina i centri del Molise dove gli esponenti locali del Pd si erano adoperati per consentire le operazioni di voto e che invece, all’ultimo minuto, si sono visti negare l’autorizzazione. Si tratta di Vinchiaturo, Trivento, Tufara, Sant’Elia a Pianisi, Macchia Valfortore, Guardialfiera, Montefalcone, San Giacomo degli Schiavoni e, solo per l’apertura di un secondo seggio, Venafro. I rappresentanti della mozione Civati (Augusto Bernardi, Carmine Trematerra e Michele Di Giglio) hanno definito le decisioni prese ieri sera dalla Commissione regionale per il congresso “prive di ogni razionalità e penalizzanti per importanti Comuni”.

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Le primarie anche in Sardegna – Si vota anche in alcuni centri alluvionati della Gallura. Sino all’ultimo le elezioni primarie per il Pd sono rimaste incerte nei territori colpiti dall’alluvione. In Gallura, secondo quanto fanno sapere dal coordinamento provinciale per il congresso, si vota in due grandi città, Olbia e Tempio Pausania, e nei paesi di Aglientu e Calangianus. Non si vota, invece, a Bortigiadas, Badesi, Trinità d’Agultu, Padru, Loiri Porto San Paolo, Buddusò. Il direttivo di Oschiri solo nella tarda serata di ieri ha deliberato di non aprire i seggi.

I CANDIDATI

Civati è primo a Melbourne – Pippo Civati conquista la prima vittoria grazie ai risultati del seggio del Circolo Carboni di Melbourne, in Australia, il primo ad essere scrutinato. Il candidato monese ha ottenuto il 49% delle preferenze, seguito da Matteo Renzi al 33% e da Gianni Cuperlo al 6%. È lo stesso Civati a darne la notizia sul suo blog con un post intitolato #civado (l’hashtag che caratterizzerà la giornata), augurando “Buon voto a tutte e tutti. Andateci, io ovviamente ci vado”.

“Se vinco io c’è un po’ di panico”. È quanto ha detto Civati, arrivando al seggio di Monza dove vota. “Se vinco io – ha spiegato – è una svolta clamorosa, se vince Cuperlo resta tutto come adesso. Se vince Renzi c’è un po’ di ambiguità”. Civati ha detto di avere già preparato i discorsi per ogni evenienza: in caso di vittoria di Cuperlo, di Renzi, di Renzi con meno del 50% e anche nell’eventualità della sua vittoria. Se sarà Civati a vincere, come ha promesso in radio a Fabio Volo, ci sarà però anche “un effetto sbronza”.

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Renzi arriva al seggio – Matteo Renzi, invece, è arrivato al seggio di piazza dei Ciompi a Firenze alle 9.20 dove già aveva espresso il suo voto lo scorso anno. Lì ha incontrato un gruppo di studenti dell’Isia, a rischio chiusura, che per l’occasione hanno inscenato un flash mob per chiedere attenzione sulla sorte della loro scuola. Il sindaco di Firenze si è detto da subito preoccupato soprattutto sul dato dell’affluenza. “Se va meno di un milione e mezzo sono triste, ma sulla legittimità del voto non ci saranno dubbi’. Come sarebbero molte più persone di quante hanno scelto il segretario degli altri partiti italiani ed europei”, ha detto.

“Se perdo per un voto passo da bischero”. Così il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha risposto a un signore che lo ha fermato fuori dal seggio di piazza dei Ciompi. “La giornata sta andando bene, tanta gente sta andando a votare”, ha aggiunto.


Cuperlo vota a Roma
– Gianni Cuperlo ha votato al Circolo del partito di Piazza Verbano a Roma. Lui che ha accusato Renzi di essere in continuità con gli ultimi venti anni e si difende dalla critica di rappresentare l’apparato, dichiarando di “non prendere consigli da Massimo D’Alema”.

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Prima di entrare a votare, i giornalisti hanno chiesto a Cuperlo per chi avrebbe votato: “Io mi sono fatto male da me, perché sono andato al programma ‘Un giorno da pecora’, che è molto simpatico, dove mi hanno detto: ‘per stile lei non si può votare…’. Adesso, non so entrando lì dentro se avrei la determinazione di non votarmi, essendo per la prima volta candidato a qualcosa”. All’uscita dal circolo, dopo aver votato, alla stessa domanda, il candidato alla segreteria dei Democratici ha risposto: “Lo dico domani se ho mantenuto l’impegno con i miei amici di ‘Un giorno da pecora’”.

LE PROTESTE

Proteste a Enna tra i renziani – Il deputato Davide Faraone assieme ad altri esponenti dell’area Renzi ha occupato il seggio di Enna dove si sta votando per le primarie del Pd, annunciando che chiederà l’annullamento della consultazione nella città capoluogo più alta d’Italia. Secondo i renziani i responsabili del seggio avrebbero impedito ad alcuni cittadini di votare “col pretesto – ha detto Faraone – che si trattava di esponenti del Megafono, in realta’ si vuole impedire alla gente di votare per Renzi”. Episodi analoghi, secondo il deputato, “stanno accadendo in altri comuni della provincia di Enna”. “Il responsabile”, per Faraone, “è il segretario provinciale del Pd Vladimiro Crisafulli, che gestisce il partito come la repubblica delle banane”. Faraone chiederà l’annullamento del voto a Enna.

I COMMENTI AL VOTO

Guccini: vado a votare, convinto dalle parole di Prodi – “Vado a votare alle primarie. Ho sentito quel che ha detto Prodi, pure lui ci ha ripensato e va a votare. Anche questo mi ha convinto”. Così il cantautore Francesco Guccini. Anche se, ha aggiunto, “nemmeno adesso sono sicuro che il Pd sia ancora il mio partito. Ma uno spera sempre che qualcosa cambi”. “Credo che la gente debba partecipare, decidere. Anche se è piena di dubbi, si trova di fronte un sacco di cose che non condivide. Se non si continua a provare, non si cambia mai nulla”, ha spiegato Guccini.

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Sindaco di Bari: “Si vota per cambiare l’Italia”
– “Oggi si vota per cambiare l’Italia, si vota per non vergognarsi più di essere di essere iscritti al PD, si vota per fare del nostro partito un luogo di gioia, di amicizia e di dignità, dove si rispettano le leggi e le persone, dove si fa politica nell’interesse degli altri e non di se stessi”. È quanto scrive il sindaco di Bari e presidente del Pd pugliese, Michele Emiliano, sul suo profilo Facebook. Emiliano, che è candidato nella lista che sostiene Matteo Renzi, ha votato questa mattina in una delle sezioni baresi. “Oggi buttiamo via il peggio di noi stessi – ha detto ancora – facendo un carico di energia positiva. Io voto per Matteo Renzi. Anche se continuerò a pensare con la mia testa e a non aver mai paura dei potenti e dei prepotenti. La giustizia, l’eguaglianza e la fraternità saranno la nostra guida verso il futuro”.


Il sindaco di Roma: “Ho votato per Renzi”
– “Ho votato per Matteo Renzi”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo aver votato al circolo di via dei Giubbonari, nel centro storico di Roma, alle primarie del Partito Democratico.

Letta: “ho già trovato coda. Buon segno!”
È stato tra i primi cittadini in fila a votare, il presidente del Consiglio Enrico Letta. Di buon mattino, il premier si è presentato al seggio allestito nel Circolo Pd nel quartiere Testaccio a Roma, dove abita. “Ho già trovato coda. Buon segno!”, ha scritto poi su twitter, sottolineando la partecipazione al voto, in questa domenica mattina. Dopo aver deposto la sua scheda nell’urna, Letta ha salutato i militanti impegnati nella gestione del seggio elettorale ed è andato a Messa.

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Epifani: era un partito lacerato, ora ha risollevato la testa – “Un segretario fortissimo in virtù dall’investitura popolare rende necessari contrappesi e riequilibri attraverso organismi che non possono essere i mille dell’Assemblea nazionale e nemmeno la Direzione, che tra eletti, invitati e membri di diritto arriva quasi a 200 persone”. Queste le parole del segretario uscente del Pd, Guglielmo Epifani, nel giorno delle primarie che porteranno all’elezione di una nuova guida per il Partito democratico.

“Il mio problema non è Renzi, il punto è trovare bilanciamenti a un leader tanto forte”. Ad esempio, spiega, “in Usa, per dire, c’è il Congresso a tener testa al Presidente: nel Pd cosa c’è?”. Quanto alle sue preferenze tra i candidati, Epifani taglia corto: “Mi sono imposto di non dirlo, e non lo dirò”. E sottolinea: “Ho assolto, spero bene, a una funzione di garanzia”, quindi “continuerò così fino a fine del mandato”.

Epifani sottolinea di lasciare “un Pd che ha risollevato la testa. Abbiamo preso un partito lacerato, diviso e in caduta nei sondaggi: ora abbiamo un partito che in quei sondaggi è stabilmente al primo posto”. E ricorda: “Quando ho messo per la prima volta piede in queste stanze il partito era praticamente abbandonato”.

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