Natalina Orlandi, sorella di Emanuela, ha parlato in conferenza stampa in merito alle notizie emerse in relazione a vicende che vedrebbero coinvolto un familiare (lo zio Mario Meneguzzi) nella sparizione della cittadina vaticana.
“Non esiste stupro, è un fatto che risale al 1978, mio zio mi fece solo semplici avances verbali, al momento fui scossa ma finì lì e lo raccontai solo al nostro sacerdote in confessione”.
“Questo fu il rapporto con mio zio. E infatti le nostre famiglie sono unite. Io questa cosa la tenni per me. Poi nell’83 mi hanno chiamato e subii un interrogatorio. Erano cose che sapevano tutti, magistrati inquirenti e investigatori. È finita lì e non portò a nulla” ha aggiunto.
“Sono stata interrogata dal dottor Sica nel 1983 come se fossi una colpevole reticente. Ero stata chiamata per la cassetta per farmi sentire i lamenti di Emanuela. Noi siamo persone limpide, ho raccontato la verità. Avevo 21 anni e le avances erano avvenute 5 anni prima. Mi viene da ridere perché lo sapevano tutti, so che loro hanno fatto le loro indagini”.
Ha calcato la mano Pietro Orlandi: «Diddi non sta lavorando per arrivare alla verità sta lavorando per arrivare a una verità di comodo».
Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ha aggiunto: “Quello che è successo ieri meritava un approfondimento. Siamo stati travolti da questa notizia, ieri si è fatta macelleria della vita delle persone. Dal Tg de La7 abbiamo appreso che è tornata in auge una pista, vengono raccontati fatti molto privati, la vita di Natalina Orlandi è stata messa in piazza e macellata”.
“Ho ritenuto che fosse Natalina a raccontare quello che è successo, ieri le vicende personali della famiglia Orlandi sono state macelleria”.
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