Un uomo di 49 anni di Ravenna, aveva ripetutamente molestato sessualmente la figlia minorenne, prima di tentare il suicidio una volta che la moglie lo aveva scoperto e cacciato di casa. L’uomo, un 49enne ravennate difeso dall’avvocato Michele Dell’Edera, è stato condannato dal Gup Andrea Galanti del Tribunale di Ravenna a tre anni e mezzo di reclusione.
Il tentativo di suicidio è del 27 giugno 2020: quella mattina il 49enne era stato trovato dalla madre, dalla quale si era trasferito, in una pozza di sangue e salvato in extremis. Nelle accuse delineate dal Pm Antonio Vincenzo Bartolozzi si parla di massaggi intimi e di altre molestie nei confronti della figlia mentre lei faceva i compiti o si muoveva per casa. In tutto 10 o 15 episodi sui quali la polizia aveva poi fatto luce. Era stata la madre della giovane a rivolgersi alla Questura: le verifiche avevano infine spinto l’uomo ad ammettere attribuendo il tutto a un momento buio della sua vita.
Sul 49enne pende un altro procedimento con la figlia quale parte offesa: in questo caso le accuse sono di pornografia minorile e di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Mentre i due colleghi di lavoro che avevano ricevuto sui loro telefonini e scaricato quegli scatti ritraenti particolari intimi della compagna e soprattutto della figlia minorenne, devono rispondere di detenzione di materiale pedopornografico. La Dda di Bologna, competente per tipo di reato, ha già chiesto il rinvio a giudizio per i tre difesi, oltre che da Dell’Edera, dagli avvocati Paolo Vecchi e Giacomo Foschini.
Secondo quanto ricostruito dalla squadra Mobile ravennate, le condotte contestate al 49enne vanno dal 2019 al 2021; per gli altri due accusati si concentrano nel 2021. Le immagini, accompagnate da commenti talvolta espliciti, erano state inviate tramite Whatsapp ad almeno tre persone: c’è però chi aveva nettamente preso le distanze venendo così alla fine smarcato dalle accuse. Altri invece avevano scaricato il contenuto dei file finito poi nelle cartelle del telefonino.