I magistrati di Verbania sono intenti nel proseguire le indagini che hanno portato alla rottura del cavo della funivia, costata la vita a 14 persone, pur sapendo dalle confessioni di 3 indagati quale sia stata la loro grave corresponsabilità nell’accaduto: “I fatti contestati sono di straordinaria gravità in ragione della deliberata volontà di eludere gli indispensabili sistemi di sicurezza dell’impianto di trasporto per ragioni di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza finalizzate alla tutela dell’incolumità e della vita” dei passeggeri. E’ quanto scrive la Procura di Verbania nel decreto di fermo che ha portato in cella tre persone per l’incidente sul Mottarone.
Pericolo di fuga
Per la Procura sussiste inoltre “il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili”.
Prosegue il complicato recupero dei rottami della cabina della funivia del Mottarone. La cabina si trova infatti in un tratto con forte pendenza e distante dalle strade di comunicazione. Carabinieri e reparti specializzati del Soccorso Alpino sono in azione da domenica.
“Pena elevatissima per una condotta sconsiderata”
I pm sottolineano poi la “sconsiderata condotta” che “ha determinato la morte di 14 persone e lesioni gravissime a un minore di cinque anni”. In caso di accertato riconoscimento delle responsabilità la pena detentiva sarebbe “elevatissima”.
“Evitato lo stop della funivia per motivi economici”
Gabriele Tadini “ha ammesso di avere deliberatamente e ripetutamente inserito i dispositivi bloccafreni (forchettoni), disattivando il sistema frenante di emergenza”. Una condotta “di cui erano stati ripetutamente informati” Enrico Perocchio e Luigi Nerini, i quali “avvallavano tale scelta e non si attivavano per consentire i necessari interventi di manutenzione che avrebbero richiesto il fermo dell’impianto, con ripercussioni di carattere economico”.
Sequestrato tutto, anche la scatola nera
“Abbiamo sequestrato tutto, anche la scatola nera”, ha affermato il capitano Luca Geminale, comandante della compagnia deicarabinieri di Verbania. La cosiddetta “scatola nera” è un sistema, ha spiegato, “che registra tutti gli aspetti tecnici dell’impianto come la velocità, l’andatura e l’oscillazione” della funivia.
Il ministro Giovannini: “Anomalie ai freni da circa un mese”
L’attività investigativa ha permesso la verità sulla messa in funzione dell’impianto “con la presenza, su una delle due cabine, del dispositivo ‘forchetta’, che impedisce l’eventuale attivazione del sistema di frenaggio di emergenza, al fine di evitare il continuo blocco dell’impianto causato proprio dal ripetuto azionamento, apparentemente ingiustificato, del dispositivo frenante, che da circa un mese presentava anomalie”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini.
salendo in vetta, con conseguente verificarsi dei fatti”.
La Procura di Verbania: "Restano in carcere, pericolo concreto di fuga"
I magistrati convalidano il fermo dei tre indagati, sottolineando la loro "sconsiderata condotta" che "ha determinato la morte di 14 persone e lesioni gravissime a un minore di cinque anni"

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28 Maggio 2021 - 07.28
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