Le prime dosi del vaccino potrebbero già essere disponibili da fine anno e saranno destinate a operatori sanitari e anziani con patologie, ha dichiarato il ministro Roberto Speranza, che ha escluso un nuovo lockdown – nonostante l’aumento dei contagi – e ha ribadito che ci sono tutte le condizioni per un rientro a scuola in sicurezza.
Speranza si dice ottimista riguardo alle tempistiche, ma esorta comunque gli italiani a non sottovalutare il virus: “Non ho mai abbassato la guardia. L’autunno non sarà facile e ritengo vada gestito con la massima cautela. Ma vedo la luce in fondo al tunnel, il traguardo non sembra così lontano. Il contratto con AstraZeneca prevede le prime dosi del vaccino entro fine anno”.
Riguardo la scuola, Speranza ribadisce che si tratta di uno dei punti critici della gestione dell’emergenza: “Siamo l’unico Paese che darà una mascherina chirurgica ogni giorno”, dice il ministro. Undici milioni di dispositivi di sicurezza, distribuiti gratuitamente ad ogni alunno, “dai figli di benestanti a quelli di disoccupati. Una cosa bella, una dimostrazione di equità. La ripartenza è una sfida di tutta la comunità insieme, quindi basta far campagna elettorale sulla scuola, è pura follia”.
Mascherine che vengono invece rifiutate dai negazionisti, riuniti nella giornata di sabato in un corteo “per la libertà e contro la dittatura sanitaria imposta dai governi”, stando alle loro parole. “Con oltre 35mila morti in questo Paese, le immagini di Roma mi fanno rabbrividire, le trovo inaccettabili”, ha commentato il Ministro.
Speranza parla anche dei verbali redatti dal Comitato Tecnico Scientifico, negando l’esistenza di un piano governativo per la gestione del virus già alla fine del mese di febbraio. “Era uno studio in itinere su scenari potenziali. Alcune linee sono state adottate e altre no. Ma per noi la trasparenza è un punto di forza, non abbiamo mai secretato nessun atto: il vincolo di riservatezza fu deciso dal Cts”.
Sulla tenuta del governo anche dopo le elezioni regionali, il Ministro non sembra essere preoccupato invece: “Non è un voto sul governo e di sicuro Conte non sta facendo campagna elettorale. Governare insieme il Paese e essere divisi nei territori è un limite e va assoluta,ente superato. Ma mi auguro che gli elettori siano migliori di noi e facciano nelle urne ciò che noi non siamo riusciti a fare prima”.
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