Erdogan senza più amici

La Casa Bianca e l’Unione europea condannano duramente l’ennesimo abuso del regime contro un organo di informazione, ormai al Sultano resta solo la carta dei migranti<br>

Erdogan senza più amici
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7 Marzo 2016 - 10.17


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Il controllo dell’ informazione da parte delle autorità turche del quotidiano d’opposizione Zaman è “preoccupante”, dichiara la Casa Bianca. Il Commissario europeo per la Politica di vicinato e i negoziati per l’allargamento, Johannes Hahn[b/], si dice ” estremamente preoccupato dal fatto che vengono messi in pericolo i progressi fatti in altri ambiti. Seguiremo questo caso da vicino, la Turchia, come Paese candidato, deve rispettare la libertà dei mezzi di comunicazione”. Questo è il risultato dell’ennesimo colpo di mano compiuto ha [b]Rexep Tayyp Erdogan contro un giornale che aveva osato criticarlo : dopo l’invasione da parte della polizia del quotidiano “Zaman” ed il suo commissariamento da parte di un tribunale compiacente, il nuovo Sultano continua a giocare con Bruxelles la carta del rifugiati che è molto efficace, ma è anche l’ultima che gli sia rimasta in mano. Soprattutto, questa procedere a testa bassa incurante delle critiche dei suoi maggiori alleati dimostra in modo sempre più evidente un isolamento che somiglia da vicino al timore di una caduta rovinosa.

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Com’è noto venerdì la polizia ha fatto irruzione usando lacrimogeni e cannoni ad acqua, ed ha anche disperso i manifestanti che si erano radunati al di fuori della sede di Istanbul del giornale, per poi rompere un cancello ed entrare nell’edificio scortando all’interno i manager nominati dal tribunale e cacciare i dipendenti del quotidiano.  

 
“Una pagina nera per la storia della democrazia – ha commentato il direttore di “Zaman”, che ha ricevuto una lettera di licenziamento dagli amministratori nominati dal tribunale – Non ci hanno fatto accedere alla nostra redazione e questo è dispotismo puro! Mi hanno preso per un braccio e strattonato….”. Sevgi Akarcesme, direttore della versione online del quotidiano “Today Zaman”, aggiunge: “Il governo ha sequestrato una delle ultime voci critiche della Turchia… È la fine della democrazia”.

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Decine di giornalisti e lavoratori si sono riuniti davanti alla sede di Istanbul di “Zaman” portando striscioni sulla libertà di parola, è le immagini trasmesse in diretta dal sito web del gruppo hanno fatto il giro del mondo. e dei media. Erdogan ritiene che l’nimatore del grupppo editoriale, Fetullah Guelen, in esilio negli Stati Uniti , abbia in animo di dare vita ad un “governo parallelo”, con l’obiettivo di rovesciare quello controllato da lui. L’accusa rivolta al gruppo editoriale Feza è appunto quella di “propaganda terroristica” a favore del presunto “Stato parallelo” vagheggiato da Gulen.

Da quando lo scontro fra i due si è fatto aperto ed in Turchia son state iffuse registrazioni che dimostravano la corruzione di Erdogan ad ogni livello, le autorità hanno cominciato a effettuare epurazioni nella polizia e della magistratura e perseguire le persone associate alla rete di Guelen. Da allora, circa 1.800 persone sono state arrestate con l’accusa di essere membri della sua rete,s è scatenata un’ offensiva senza precedente contro i media non allineati e due giornalisti del quotidiano “Cumhuriyet” , Canu Duendaru e Erdem Guelu, sono stati prima arrestati e poi provvisoriamente rilasciati per essere giudicati alla fine del mese, con l’accusa di aver dimostrato che la Turchia ha fornito armi ai ribelli islamici in Siria. Adesso rishiano l’ergastolo.

Erdogan va avanti senza freni in una campagna di repressione che non ha eguali fra Europa e Medio Oriente, ma la condanne contro il suo regime si infittiscono e presto potrebbero raggiungere un peso insostenibile. Dopo aver mostrato a tutto il mondo di cosa è capac,e oggi il presidente turco ha ottenuto ben misero risultato: “Zaman” ha ripreso ad uscire ed è diventato dovernativo, la sua prima edizione “riformata” porta il prima pagina la notizia di Erdogan che inaugura un ponte.

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Fonte: Agenzie

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