Per Pierluigi Bersani (candidato premier per il centrosinistra): «Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F-35, la nostra priorità non sono i caccia ma il lavoro», e quei soldi sono da destinare a scuole e ospedali. Silvio Berlusconi (leader del centrodestra) è stato ancora più esplicito affermando che gli F-35 servirebbero solo come «aerei da turismo…» aggiungendo poi: «Gli impegni sono da mantenersi, ma devo dire che non mi sognerei mai oggi di fare una spesa cosi e anche il fatto di aver votato come Pdl a favore del programma non significa che eravamo d’accordo». Berlusconi conclude: «Io sono sempre stato contrario agli F-35 e anche alle portaerei…».
Infine Beppe Grillo, fondatore e guida del Movimento 5 Stelle: «Per noi l’ipotesi di non comprare i caccia non è neanche una domanda, è come chiedere “vuole eliminare la pedofilia?”. È una domanda che non esiste, noi vogliamo eliminare gli apparecchi da guerra, perché non vogliamo la guerra, siamo contro, c’è un articolo della Costituzione che va rispettato, non voglio armamenti, come il Costa Rica che non ha un esercito, noi non vogliamo gli F-35, perché la gente non arriva a fine mese». Grillo conclude con le alternative: «Noi vogliamo uscire dal programma F35 per usare queste risorse nell’università, nella ricerca».
Alle dichiarazioni dei tre leader si possono poi aggiungere le posizioni di altri partiti in coalizioni, come il “no” secco ai caccia esplicitato da Nichi Vendola e Sel con l’adesione alla “Agenda Disarmo e Pace” proposta da Rete Disarmo e Tavolo Interventi Civili di Pace. “Taglia le ali alle armi” auspica che queste parole non siano solo vane promesse elettorali. La quotidiana e continua evidenza di problemi tecnici e dell’esplosione di costi (che incideranno sulle tasche dei contribuenti italiani per decenni) per il caccia F-35, ha forse aperto gli occhi ai maggiori leader politici di questo paese, che ora devono dare una risposta concreta alla stragrande maggioranza dei cittadini, per i quali l’acquisto di questi aerei militari è una follia.
La campagna “Taglia le ali alle armi!” chiede di annullare la partecipazione italiana al programma JSF (il più costoso della storia militare) ritenendo che ora la politica possa dare corso concreto (con almeno un atto di stop e ripensamento) alle dichiarazioni della campagna elettorale. Ricordiamo che è ancora possibile non procedere all’acquisto di nuovi aerei (salvo i tre già comprati) ed arrivare anche a cancellare interamente la partecipazione italiana al caccia F-35.
I fondi pubblici così risparmiati sul bilancio statale sia del 2013 che degli anni a venire (budget stimato in oltre 50 miliardi per tutta la vita del progetto, e su cui si sta aprendo un’indagine della Corte dei Conti) potrebbero in alternativa venir destinati al rafforzamento delle politiche sociali, alla scuola, all’università, ai servizi sociali per le famiglie.
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