Cecilia M. Calamani
Amore, lavoro, soldi, salute: questo ciò che gli italiani hanno cercato negli oroscopi per l’anno nuovo. La stampa specializzata, le testate “rosa” e persino alcuni dei maggiori quotidiani nazionali non lesinano sulla capacità degli astri di determinare il nostro destino. Una contraffazione scientifica che, contravvenendo ai principi ispiratori dell’informazione (correttezza, fondatezza, coerenza), affianca fatti a superstizione come se fossero due aspetti complementari della realtà. A nulla sono valse le proteste negli anni passati dell’Uai (Unione degli astrofili italiani) che ha tentato di limitare la divulgazione dell’astrologia e in generale delle pseudoscienze sulla stampa: gli italiani vogliono l’oroscopo e i media li accontentano, seguendo i principi del marketing più che quelli della deontologia dell’informazione.
Grazie all’avvento di Internet, poi, gli spacciatori di destini certi si sono trasferiti dalla carta stampata al web che fornisce molto più spazio a un costo irrisorio. Se prima l’oroscopo occupava un riquadro nelle ultime pagine dei giornali accanto al meteo e ai programmi tv, oggi alcune testate hanno sviluppato veri e propri siti web in cui, oltre alle “previsioni” per il giorno, si possono interrogare gli astri su ogni aspetto della nostra vita.
Ma se tutto ciò esiste e prolifera è perché l’oroscopo sintetizza perfettamente la doppia faccia dell’italiano medio, quello del “non ci credo ma funziona”.
No, non funziona. E se qualche volta capita che una previsione astrale colga nel segno è solo per la somma di vari fattori: la probabilità – tutt’altro che bassa – di prevedere cosa succederà in campi generici (amore, lavoro, ecc.) procedendo per macroaffermazioni, l’uso di un linguaggio che sapientemente lascia aperte varie possibilità e infine la capacità (o il bisogno) dell’essere umano di interpretare a proprio uso e consumo, plasmandole sulla propria vita, previsioni deliberatamente ambigue. E d’altronde, come potrebbe davvero funzionare? Le 12 costellazioni rilevanti per gli astrologi contano in tutto qualche decina di stelle tra le migliaia di miliardi di cui si stima l’esistenza. Ne dovremmo dedurre che solo una percentuale infinitesimale di queste sia in grado di influenzare le nostre vite e non si capisce in base a quale principio, visto che gli astri di un segno zodiacale distano tra loro (e anche da noi) un numero variabile di anni luce anche se ci appaiono perfettamente allineati in cielo. Inoltre, i “segni” che gli antichi hanno letto sulla volta stellare – corrispondenti ai simboli delle stagioni e della vita rurale – sono arbitrari e non solo perché raggruppano stelle molto distanti tra loro. Dato lo stesso numero di oggetti celesti, che i nostri occhi percepiscono appartenere a un unico piano, si potrebbero creare varie altre figure semplicemente tracciando linee diverse per congiungerli. La precessione degli equinozi, per finire, ha provocato nei secoli un ritardo di ingresso del Sole nelle costellazioni dello Zodiaco, e ciò, alla data attuale, fa slittare il calcolo del segno zodiacale di circa un mese. Vale a dire che oggi un bambino Ariete nasce in realtà sotto il segno dei Pesci. E che dire del momento del parto, che avrebbe un peso determinante per la definizione delle caratteristiche di un individuo? A dar retta agli oroscopi, un parto prematuro che si verificasse in altro segno rispetto al previsto conferirebbe al bambino carattere e capacità diversi da quelli che avrebbe se fosse nato a termine, con buona pace della genetica e dei nove mesi di gestazione.
Le rilevanze scientifiche dell’inattendibilità delle previsioni astrologiche sono molteplici, fermo restando che l’onere della prova non spetta mai a chi nega ma a chi afferma. E se da una parte nessun astrologo (per inciso, l’Italia ne conta circa 150mila) sarebbe in grado di dimostrare la veridicità delle sue teorie, dall’altra un’informazione ambigua e a doppia faccia si guarda bene dallo spiegare ai lettori l’infondatezza delle loro credenze. Il business funziona, per la gioia dei tanti ciarlatani che fondano – loro sì – il proprio successo sulle stelle.