Nonostante la condanna Lula vuole candidarsi. Ma chi sono i suoi possibili avversari?
Top

Nonostante la condanna Lula vuole candidarsi. Ma chi sono i suoi possibili avversari?

L'ex presidente si dice sicuro che i suoi avvocati lo tireranno fuori dai problemi giudiziari. A cercare di sbarragli la strada omofobi, pasionarie, personaggi grigi ed esaltati

Lula acclamato dai suoi sostenitori
Lula acclamato dai suoi sostenitori
Preroll

globalist Modifica articolo

29 Gennaio 2018 - 12.59


ATF

Anche se gravato da una pesante condanna (dodici anni e un mese di prigione per “corruzione passiva” e “riciclaggio di denaro”) continua a credere nella sua riabilitazione e quindi Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato, nel corso del Comitato Esecutivo del Partito dei lavoratori, la sua precandidatura nelle elezioni presidenziali in programma per ottobre.
Ai collaboratori esostenitori ha espresso una grande fiducia nei suoi avvocati che, ha detto, saranno in grado di restituirgli la possibilità, oggi negata dalla condanna, di ricandidarsi. La prospettive, al momento, non sembrano rosee, anche perchè un giudice di Brasilia, confiscandogli il passaporto, gli ha impedito di recarsi in Etiopia per partecipare ad un dibattito della Fao.
Il PT afferma di non avere un “piano B” nel caso in cui il suo campione non possa continuare la corsa per la presidenza. Tuttavia, l’ex governatore di Bahia Jaques Wagner e l’ex sindaco di Sao Paulo, Fernando Haddad, sono indicati come potenziali sostituti.
In cima ai sondaggi, con il 36% delle intenzioni di voto, Lula è in vantaggio su tutti i potenziali o candidati annunciati. Ma la condanna sembra avere rimescolato le carte ed i suoi avversari, a destra e sinistra, sembrano oggi più ottimisti.
Ma quali sono i più accreditati alla presidenza?
Jair Bolsonaro, il ”Le Pen” brasiliano, come è stato etichettato, 62 anni, ex capitano di artiglieria, originario di Campinas, nello Stato di San Paolo, gode del 18% delle intenzioni di voto, proprio dietro a Lula. Se l’ex presidente non dovesse candidarsi il suo gradimento lieviterebbe al 21%. Noto per le sue posizioni omofobiche e il linguaggio volgare, non ha mai nascosto le sue nostalgie per la dittatura militare (1964-1985). I sorprendenti consensi su di lui sembrano essere alimentati dal disgusto degli elettori nei confronti dei candidati tradizionali, dalla crisi e dalla persistenza di un’incredibile insicurezza, oltre he dalla paura per il possibile ritorno al potere di Lula, considerato da una parte dell’elettorato alla stregua di un pericoloso terrorista.
C’è poi l’ex ministro dell’Ecologia del governo Lula, Marina Silva. Una donna di carattere, tanto da avere stracciato la sua tessera del PT, dicendosi disgustata dalle concessioni del governo all’agrobusiness. Quasi 60 anni, spera di poter finalmente avere il suo momento. Nel 2013 faceva la campagna a fianco di Eduardo Campos, il candidato del Partito socialista brasiliano per la vicepresidenza che morì in un incidente aereo, portandola alla ribalta nazionale. Oggi accreditata del 10% dei voti (16% senza Lula), Marina Slva era analfabeta fino ai 16 anni.
Geraldo Alckmin, 65 anni, Governatore dello Stato di San Paolo dal 2011, ex presidente della Socialdemocrazia brasiliana, rappresenta il campo della destra repubblicana. Veterano della politica, è apprezzato a San Paolo nonostante gli oscuri affari riguardanti la metropolitana e il coinvolgimento del gruppo Alstom. Secondo alcune voci, farebbe parte dell’Opus Dei. La sua mancanza di carisma ha spinto i suoi detrattori a definirlo una ”zucca insapore”. Accreditato con il 7% dei voti (il 9% in assenza di Lula), Alckmin non scatena le passioni.

Leggi anche:  Brasile: i soldi delle tassazioni delle lotterie reinvestiti nel sociale

Infine Ciro Gomes, accreditato dal 7% dei voti come Geraldo Alckmin (12% in assenza di Lula), è stato ministro del governo di Fernando Henrique Cardoso (PSDB) nel 1994 e Lula – dal 2003 a 2006 . Ha detto di essere addolorato per la condanna del suo “amico” Lula. “Il Brasile sta vivendo un doloroso capitolo della sua breve e drammatica storia democratica”, ha scritto l’ex deputato del Ceara, Stato di Nordeste. Per qualche analista, lacrime di coccodrilli.
Tutti gli osservatori concordano che Ciro Gomes ha un nemico: se stesso. Le sue incredibili ed incontrollate sortite giocano contro di lui. Tutti ricordano quando, in occasione della campagna presidenziale del 2002, disse di sua moglie: “Ha uno dei ruoli più importanti, che è dormire con me. Dormire con me è un ruolo fondamentale “.

 

Native

Articoli correlati